Programmare e controllare i flussi di cassa è un’attività “vitale” per qualsiasi azienda, indipendentemente dallo stato e dalla fase del ciclo di vita in cui si trovi. A maggior ragione in periodi come quello che stiamo vivendo in questi mesi, che stanno facendo aumentare l’indebitamento finanziario di tantissime imprese fino a livelli non più sostenibili.
L’emergenza Covid non ha fatto altro che aggravare in diversi casi una situazione che era già precaria prima del 2020. Le moratorie sui finanziamenti e la concessione di nuova finanza da parte delle banche hanno sicuramente consentito di mitigare le perdite di flussi di cassa. Ma dall’altro lato hanno causato un aumento dell’indebitamento finanziario: secondo le stime di Confindustria la capacità delle imprese di rimborsare i propri debiti è passata da 2 anni a oltre 5 anni di cash flow.
Inoltre, nel 2021 lo scenario non è confortante: le vendite riprenderanno a tassi molto lenti in quasi tutti i settori, le moratorie sui debiti e gli ammortizzatori sociali prima o poi scadranno, le banche inizieranno a richiedere alle imprese di rinegoziare l’indebitamento scaduto sulla base di piani strategici di medio/lungo periodo.
Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei un imprenditore o un manager di un’azienda che ha la necessità di progettare, o di rivedere, i propri processi di programmazione e controllo dei flussi di cassa.
Le aziende in tensione finanziaria non possono prescindere da questa attività per potersi garantire la sopravvivenza, ma anche quelle “in salute” rischiano di perdere importanti opportunità di investimento e sviluppo se non la svolgono correttamente.
Tuttavia, nonostante la riconosciuta importanza, sono ancora poche oggi le aziende che possono sostenere di aver implementato un processo di programmazione e controllo dei flussi di cassa efficace e funzionante.
Perché avviene questo?
Sicuramente c’è un problema di investimenti, sia di denaro che, soprattutto, di tempo, che in molti casi disincentiva le aziende, e in particolare quelle meno strutturate, ad aprire un “cantiere” così impegnativo.
Un altro ostacolo è sicuramente rappresentato dalla mancanza delle necessarie competenze specifiche all’interno dell’azienda. Tutto questo è vero, ma, a mio parere, il principale vincolo è costituito dal fatto che le aziende, nella maggior parte dei casi, non sanno “da dove partire”.
Con questo articolo voglio cercare di andare incontro a tali esigenze, illustrandoti in modo molto operativo come progettare e implementare nella tua azienda il processo di programmazione e controllo finanziario.
E fornendoti alcune regole basilari per migliorare l’efficacia e ridurre i rischi di un progetto di questo tipo.
Al di là delle peculiarità che un’attività di questo tipo può presentare a seconda delle dimensioni aziendali, del settore di attività o del grado di complessità della struttura organizzativa, qualsiasi azienda decida di mettere in piedi il processo di programmazione e controllo dei flussi di cassa (o di rivedere quello già esistente) dovrebbe seguire alcune regole base, che la possono aiutare a massimizzare i benefici ottenibili e a ridurre i rischi.
Ma prima di entrare nel merito lasciami sottolineare un aspetto molto importante:
Fare programmazione e controllo finanziario non significa aggiungere una nuova attività ai compiti del responsabile amministrativo.
Implementare in azienda un processo di questo tipo comporterà sicuramente un investi-mento non trascurabile in termini di denaro e, soprattutto, tempo di tutte le risorse aziendali che in qualche modo verranno coinvolte. Inoltre sarà richiesto un cambiamento rispetto al passato, che potrà concretizzarsi in alcuni casi in una revisione dei flussi di lavoro e delle procedure, in altri casi nell’introduzione di nuove tecnologie informatiche, in altri ancora nel ridisegno dell’assetto organizzativo dell’azienda.
Se l’azienda non è disposta a sostenere questo investimento e ad affrontare un processo di cambiamento, in base alla mia esperienza è meglio non fare nulla piuttosto che avviare un progetto destinato a rimanere incompiuto.
Se, al contrario, la direzione è consapevole di voler investire su un processo sempre più fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’azienda, allora è necessario che, come prima cosa, vengano rimosse tutte le possibili resistenze o barriere al cambiamento: abitudini consolidate, procedure incomprensibilmente contorte, atteggiamenti passivi, contrasti personali, strumenti obsoleti, scarso flusso delle informazioni tra i reparti, bassa trasparenza, e così via.
Ti svelo un segreto: rimuovere le barriere al cambiamento è la prima mossa, sicuramente la più importante perché se non si agisce prima su questo fronte tutto il lavoro successivo, per quanto svolto con le corrette metodologie, risulta inutile e, spesso, deleterio per l’azienda.
Ti sei ritrovato in questa descrizione?
La tua azienda in quale fase del suo ciclo di vita si trova?
Hai già implementato, o provato a implementare, nella tua azienda il processo e gli strumenti per programmare e controllare i flussi di cassa?
Quali ostacoli e barriere al cambiamento hai incontrato, o stai incontrando?
Sei pronto a investire su questo fondamentale processo e a introdurre un cambiamento rispetto al passato?
Se la risposta a quest’ultima domanda è positiva, ti invito a studiare le prime 4 regole da 10 da seguire e le relative tecniche e metodologie operative, per progettare nella tua azienda il processo di programmazione e controllo dei flussi di cassa.
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