mercoledì, Maggio 1, 2024

I SALOTTI DI FAMILY BIZ

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Gruppo Buscaroli e Guelfa 76 Cesari: ingresso precoce nel Family Business

di Angelina Tortora

Il Gruppo Buscaroli è il più grande concessionario motociclistico multimarca con sede in Emilia: vanta cinque rami commerciali; più di 90 dipendenti; circa 30 Mln/€ di fatturato e una gestione tutt’ora familiare. Nel 2016 l’azienda ha esteso il suo business, dando vita ad un negozio di abbigliamento moto e accessori: Guelfa 76 Cesari. A parlarcene è Luca Buscaroli, Direttore della recente realtà commerciale e discendente di terza generazione, catapultato nel family business all’età di soli 20 anni. Grazie alla capillare gestione del giovane imprenditore, l’attività ha raggiunto nell’ultimo anno un fatturato di circa 1 Mln/€.

Ci racconti di lei e delle difficoltà che ha dovuto affrontare nel corso degli anni in base alle esigenze strategiche e organizzative all’interno della Family Business?

Guelfa 76 Cesari nasce nel 2016 e fa parte del Gruppo Buscaroli, un insieme di aziende di mio padre sviluppate su concessionarie moto, officine, distribuzione ricambi e vendita al dettaglio a banco, agenzia pratiche auto/assicurazioni e vendita abbigliamento e accessori al dettaglio.

A dare vita al Gruppo Buscaroli fu mio nonno, che da semplice meccanico di biciclette iniziò a riparare anche veicoli meccanici fino a venderli: fu così che divenne concessionario Piaggio in un periodo di boom economico. Negli anni a seguire, entrò in Azienda mio padre che, dopo continui ampliamenti di locali e servizi, prese in mano le redini ed inserì nel Gruppo nuovi brand, principalmente giapponesi: Honda, Yamaha, Kawasaki, Suzuki ecc… Tutti marchi moto ad eccezione di Ducati e Harley Davidson. Ad oggi siamo il gruppo di concessionarie moto plurimarca più grande d’Italia. Durante la crisi economica del 2008, il mondo e il business sono cambiati molto velocemente, specialmente a livello informatico ed uno dei rami che si sviluppò in via transitiva fu l’abbigliamento; infatti, nei nostri punti vendita nasce la necessità di fornire un servizio più completo: oltre alla vendita del veicolo, dare la possibilità di vestire i clienti.

Luca Buscaroli – Buscaroli Moto

Come si è trovato a dirigere e controllare un ramo aziendale e quali strategie sono state adottate considerando il ricambio generazionale?

Nel tempo l’evoluzione di internet ha portato un cambiamento significativo dall’approccio del cliente, all’acquisto di abbigliamento sportivo. Mio padre, interessato a dirigere il Gruppo, che presenta una struttura atipica e macchinosa, decise di inserirmi nella vendita, soprattutto per darmi una formazione adeguata, farmi acquisire un’esperienza diretta con l’utente finale e con l’obiettivo di riportare il fatturato del negozio ai livelli precrisi economica. Da lì mi sono appassionato a questo mondo estremamente divertente: io sono un motociclista, mio padre è un motociclista, quindi, la passione per questo settore è stato un fattore scatenante. L’abbigliamento della moto, le protezioni e tutto quello che ne consegue è un gioco, perché si parla sempre quasi esclusivamente di attività legate al tempo libero. In un paio di anni ho iniziato a prendere la gestione del negozio, oltre l’assetto interno, lo sviluppo di nuovi settori, il lato amministrativo dei contatti con i vari fornitori e la gestione diretta degli acquisti. Ho rivisto tutto il sistema rendendolo più attuale e versatile, a livello di processi interni e per cliente finale, staccandomi da vecchi stereotipi. Nel tempo la sede centrale si dovette adeguare alle norme legali (sicurezza, antincendio ecc..). Quindi, poiché era un piano interrato, mio padre trovò una nuova sede al negozio di abbigliamento, molto comoda a Bologna, all’uscita della tangenziale di San Lazzaro. Una sede su due piani, nella quale al piano terra vi è la concessionaria Yamaha e annesso service, e al primo piano uno spazio speculare libero. Mio padre mi disse che dovevo aprire il negozio in quest’ultimo: a soli 20 anni e senza alcuna esperienza, sono stato catapultato in questa grande sfida. Da lì a sei mesi diedi vita al negozio di abbigliamento moto in via Guelfa 76, Bologna. Ho iniziato a gestire il negozio con un solo collega, il cui aiuto fu vitale per la realizzazione del negozio; la strategia migliore fu quella di cambiare zona di Bologna, passando dal lato nord al lato sud, permettendoci così di avvicinarci alla concorrenza storica presente su Bologna. La mia è un’attività che ha un’offerta medio – alta e molto – alta al motociclista/scooterista. Attività con queste caratteristiche se ne contano circa 4/5 in Emila Romagna e una decina in tutta Italia. Le altre sono o catene o realtà più ridotte. In poco tempo siamo cresciuti circa del 30%.

Quali sono i patti di famiglia e chi detta le “regole di gioco”?

Non c’è nessun patto di famiglia, mio padre dirige il Gruppo ed io sono un dipendente inserito nel consiglio del Gruppo Buscaroli. Negli ultimi sei/sette anni il mondo è cambiato molte volte e si è sempre pensato a far funzionare le cose. Noi siamo una famiglia molto unita, non abbiamo necessità di stipulare degli accordi. In futuro il Gruppo sarà molto complicato da gestire: io sono il diretto discendente, ma non ho la sua esperienza, quindi, probabilmente ci sarà un Consiglio che gestirà l’azienda. Per il momento si vive con la sfera di cristallo ed è impossibile fare delle previsioni. Troppi eventi caratterizzano il nostro Bel Paese: crisi, Covid, guerra, caduta del Governo, ecc…. Si cerca di andare avanti e di non commettere passi falsi. In riferimento alle regole del gioco, ognuno di noi dirige il proprio ramo aziendale: mio padre gestisce il Gruppo e supervisiona la direzione vendite moto e l’andamento delle Aziende, io il negozio di abbigliamento, mia sorella l’agenzia pratiche auto, mio cugino la distribuzione ricambi moto, mio zio dirige una delle concessionarie fuori sede ad Imola e mia zia paterna vari aspetti nel back office burocratico. Abbiamo tutti pieni poteri. Per decisioni più rilevanti, interviene direttamente mio padre.

Prevede strategie di sviluppo e rilancio considerando i punti di forza che permettono lo sblocco del valore nascosto? 

Sì, assolutamente. Ho attualmente un sistema informatico obsoleto, anche se valido, il prossimo passo sarà quello di fare una rivoluzione informatica per velocizzare una grande serie di processi del negozio e permettermi di gestire in modo più ottimale ed efficiente l’approvvigionamento dei prodotti. Questo mi porterebbe ad alleggerire il lavoro fisico manuale e duplicare la realtà del negozio, e quindi, aprirne un secondo. Attualmente non vendo su internet, solo pochi siti in Italia in questo settore “funzionano” per specifiche caratteristiche di queste aziende, totalmente opposte alla mia. Al momento non sono interessato ad ampliare quest’aspetto. Noi siamo monopolisti su Bologna come vendita moto e scooter, il mio interesse è quello di concentrarmi su questa città. In riferimento al posizionamento sui motori di ricerca poi si vedrà, ma non come eCommerce, penso a qualcosa di diverso e non la semplice vendita al prezzo più basso. Ho tante idee, ma tutto sarà realizzato con i tempi giusti. Quello che servirà sempre è un’attività di negozio concreto geolocalizzato su Bologna.

Valuta la possibilità di aggregazioni di imprese?

Al momento si potrebbe ipotizzare una sorta di collaborazione con aziende simili alla mia per tutelare i mercati di ogni singolo e per abbassare i costi dei fornitori. Ognuno si gestirebbe nella sua città per rimanere estremamente forte e annullare l’avvicinamento delle catene. È un discorso molto difficile e di solito c’è una chiusura verso questo tipo di operazioni. L’idea ha come obiettivo lo stesso comune denominatore, ovvero quello di abbassare i costi. Inutile espandersi in altri territori creando guerre di concorrenza con specialisti come noi, poiché può essere più proficuo trovare delle collaborazioni, ma vere e proprie fusioni sono difficili.

Opera attraverso forme di finanza innovativa?

Non sono dentro alle operazioni finanziare del Gruppo, per quel che so non abbiamo mai avuto bisogno di finanziare il debito. La nostra solidità e correttezza ci hanno permesso di ottenere una grande fiducia da parte delle banche.

Come valuta il posizionamento del suo brand?


Il mio posizionamento è medio- alto e alto nel mondo dell’abbigliamento moto; nei prossimi 24 mesi ci potrebbe essere anche l’apertura del secondo punto vendita: trovato il locale ci vorrebbero pochi mesi per attivarlo. Attualmente sono fermo perché non ci sono condizioni nazionali e internazionali favorevoli, ad esempio: l’inflazione alta e di conseguenza la riduzione del potere di acquisto degli italiani. Ora come ora non penso cambierà qualcosa di estremamente rilevante.

Valuta la possibilità di lanciare un’altra attività o business? 

Si, è in progetto un secondo punto vendita con caratteristiche diverse, la cosa bella delle moto è che ci sono vari segmenti e quindi varie possibilità di mercato: turismo, sportivo stradale, che attualmente rappresenta una nicchia molto difficile, l’off-road che è in forte espansione e mi rappresenta molto. Siamo situati nella città di Bologna che copre tutti i picchi di settore e di richiesta. Guelfa 76 Cesari, realizzato da me con il supporto di mio padre, è un’attività molto coesa nei segmenti sopra elencati e si potrebbe spingere molto di più sul fuoristrada toccando anche il mondo delle bici.

Continuerà il ricambio generazionale nel gruppo?

È una domanda prematura e di difficile risposta. Dal mio punto di vista ci sarà sicuramente la continuità generazionale, in quanto in questo mondo ho riposto la mia passione. Molto dipende dai cambiamenti del mercato e delle future evoluzioni nell’ambito della mobilità urbana ed extra urbana. Posso solo dirle che amo quest’azienda, ho solo 30 anni e ho passato sei anni a lavorare notte e giorno per farla crescere.

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