Nata nel 1929 a Buccino (SA), Magaldi Power Spa è una realtà imprenditoriale ad oggi solida e dinamica che conta ben 210 dipendenti, con un fatturato che si aggira tra i 40 e i 50 milioni. Un’azienda leader mondiale nella progettazione e produzione di sistemi per la movimentazione di materiali ad altissima temperatura ed in condizioni severe nei settori industriali (metallurgico, siderurgico, lavorazione dei metalli, cemento, energia), presente in oltre 50 Paesi, che ha saputo crescere ed evolvere negli anni arrivando ad una terza generazione forte e coesa. Da pochissimo tempo infatti il CEO dell’azienda non è più il Cavaliere Mario Magaldi (seconda generazione), ma suo figlio Paolo, 44 anni, che abbiamo intervistato.
Paolo, ci presenti in breve Magaldi Power.
Siamo un’azienda che in oltre 90 anni e 3 generazioni è cresciuta molto, orientandosi sempre più verso l’internazionalizzazione: ad oggi abbiamo sedi in vari Paesi, come USA, Messico, India, Australia ed Emirati Arabi. Siamo in continua evoluzione e ci contraddistingue un grande dinamismo e il desiderio di migliorarci costantemente: ogni anno investiamo una percentuale molto corposa del fatturato in Ricerca e Sviluppo, e poniamo massima attenzione nella ricerca di soluzioni progettate ad hoc per soddisfare bisogni talvolta ancora inespressi. In ciò ci potremmo definire un po’ dei trend setter. Per noi è importante immettere sul mercato tecnologie migliorative che siano innovative, e che soddisfino esigenze di nicchia, mettendo in discussione processi e sviluppando soluzioni alternative. In un certo modo “educhiamo” i nostri clienti.
Cosa ci dice di questo recente passaggio generazionale?
Posso dire che di certo non si è trattato di un passaggio generazionale inaspettato: negli ultimi 5/6 anni già ricoprivo il ruolo di Deputy CEO, ci si è preparati bene a questo momento, e mio padre è comunque molto attivo e presente nel ruolo di Presidente. Io, mio fratello Raffaello e mia sorella Letizia, abbiamo iniziato presto a lavorare in azienda e ad oggi ognuno di noi riveste un ruolo chiave. Il passaggio generazionale più complicato l’ha invece vissuto mio padre, che si trovò proiettato al posto di comando da un giorno all’altro, a soli 30 anni, a causa della scomparsa repentina dei suoi genitori.
Family & Business: come si conciliano i due aspetti in Magaldi Power?
Molto bene, anche se ovviamente ci sono degli attriti, che però si risolvono ponendo sempre l’azienda al primo posto e affrontando i conflitti con una buona dose di amore, disponibilità e ascolto: sono convinto che questa sia la chiave per trovare comunque il modo di crescere insieme e mettere a frutto l’esperienza di tutti. Come in ogni cosa ci sono pro e contro: in un contesto aziendale del genere, i rapporti familiari e professionali sono in continua sovrapposizione, e questo talvolta può essere un aspetto di non facile gestione. La nostra fortuna è essere molto coesi, trovando in ogni caso il modo di trasformare ogni conflitto in un confronto ed un’opportunità di crescita.
Avete pensato di mettere a punto un insieme di norme comportamentali per regolamentare questo aspetto?
Si, di recente abbiamo lavorato sulla governance, predisponendo un po’ le basi per un futuro incanalato in una “griglia” di responsabilità e comportamenti ben definiti. Negli ultimi due anni abbiamo avvicinato un consulente che ci ha supportati in questo percorso perché penso che sia importante affidarsi ad un professionista esterno esperto in materia, capace di fornire un punto di vista esterno al consiglio direttivo. E dirò di più, secondo me bisogna intraprendere questo percorso quando non ne si ha ancora necessità impellente, prevenendo le problematiche prima che insorgano.
Ha parlato di governance: altre novità in merito?
Diciamo che un lavoro di ristrutturazione in tal senso è stato fatto negli anni 2015/2016/2017, con la creazione di un organigramma a matrice con delle funzioni operative raccolte sotto un direttore operativo, con delle divisioni di business a loro volta dotate di direttori commerciali. Da azienda “padronale” siamo diventati azienda managerializzata. Come famiglia ci siamo quindi un po’ “rimappati”, ritagliandoci tutti un ruolo preciso. Ci proponiamo di spingere il Gruppo di lavoro verso degli obiettivi anche trasversali tra i singoli responsabili di funzione, fondamentali per una crescita sostenibile.
Dalle sue parole emerge il profilo di un’azienda in costante fase di sviluppo.
Si, in oltre 93 anni abbiamo attraversato 3 macroristrutturazioni: la prima negli anni ’50, con la messa a punto di brevetti che negli anni ‘70 e ‘80 hanno permesso all’azienda di sviluppare un fatturato e anche una dimensione diversa. E oggi ci troviamo ancora una volta in una fase di sviluppo e trasformazione da un’azienda esclusivamente concentrata sugli impianti di estrazione di ceneri pesanti per caldaie a combustibile fossile, a un’azienda che ha destinato capitali e risorse a tecnologie afferenti ad altri settori come l’acciaio, gli impianti di produzione di energia elettrica a biomassa e rifiuti, e la Magaldi Green Energy con le tecnologie di solare a concentrazione e batterie termiche. Ci troviamo quindi per la terza volta a riorganizzarci, e penso che siamo ormai a metà del percorso: per l’anno prossimo prevediamo un aumento cospicuo del fatturato.
Quali sono state invece le maggiori sfide affrontate?
Direi tutto il processo di trasformazione che ci ha portato ad essere l’azienda che siamo oggi: una realtà piena di valori e progetti, che ha proficuamente mutato la sua offerta, i prodotti, le soluzioni. A livello di organizzazione abbiamo attuato una profonda e totale innovazione, snellendo i processi, mettendo in pratica nuove formule, istituendo ruoli chiave trasversali come il sector manager, una sorta di business developers tecnici di settore. Siamo passati da un’ottica di monoprodotto multimercato a un’ottica di multimercato, pluriprodotto e plurisettore.
Qualche particolare difficoltà che avete riscontrato?
Attribuendo grande importanza alla funzione delle Risorse Umane, e ricercando sempre nuovi talenti, devo dire che abbiamo spesso notato difficoltà nel trovare profili “pronti all’uso”, che potessero apportare competenze e valore aggiunto sin da subito: una difficoltà che negli ultimi tempi si sta un po’ attenuando, poiché oggi l’azienda risulta essere molto più attraente al mercato del lavoro, grazie al suo spirito internazionale, riuscendo ad attirare anche collaboratori dal Nord Italia. In questo senso le nostre sedi estere sono molto importanti. Anche in questo caso, occorre saper trasformare le problematiche in vantaggi, e sicuramente nel Mezzogiorno questa qualità non manca.
Avete mai pensato ad aggregazioni con altre imprese?
Ci sono capitati dei raggruppamenti temporanei di impresa, ma non abbiamo soci esterni e in questo momento non siamo propensi a cambiare la situazione. Preferiamo camminare con le nostre gambe e investire in Ricerca e Sviluppo… però mai dire mai.
Valore economico del family business: qual è quello di Magaldi Power secondo Lei?
Il potenziale economico della nostra impresa è in forte evoluzione: la Magaldi Green Energy è prossima al concretizzarsi di alcune sfide e a breve consegnerà vari impianti “first of a kind”. Tali impianti rimoduleranno completamente il valore economico del Gruppo. Un valore invece non economico ma aggiunto della nostra azienda, a cui mio padre in primis tiene molto, è la sua vocazione alla protezione dell’ambiente, in sintonia con uno sviluppo sano dell’economia.
Nuovi progetti in cantiere?
Senza dubbio credo che il futuro sia connesso alla filosofia di economia circolare, e la Magaldi Green Energy, come dicevo, ha nuovi e importanti progetti in tal senso, ponendosi come obiettivo quello di guidare il percorso verso la transizione energetica attraverso lo sviluppo di tecnologie sempre più innovative.
Per finire, quali obiettivi si pone Magaldi Power a medio/lungo termine?
Sicuramente diventare sempre più digitalizzata, maggiormente flessibile e meno burocratizzata, e poi, sempre nell’ottica della valorizzazione delle Risorse Umane, il nostro desiderio è quello di creare un ambiente positivo e dinamico per i nostri dipendenti, promuovendo un sistema di incentivazione meritocratico. Stiamo cercando di dar vita ad un cambio culturale e proporre sempre di più una realtà che lasci i dipendenti liberi di operare ed esprimere al meglio il proprio potenziale e le proprie aspirazioni. Mi piacerebbe che quest’azienda fosse mossa da autentico entusiasmo: penso che sia molto importante poter andare al lavoro felici, che anzi costituisca un plus che va ben oltre la mera gratificazione economica, un motore ineguagliabile per la crescita di un’impresa.