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Rinnovare l’azienda di famiglia nella scia della tradizione

Il caso Nerobutto Srl

di Annarita Cacciamani

Tradizione e innovazione si coniugano all’interno di Nerobutto, azienda con sede a Grigno Valsugana, in Trentino. A fondarla nel 1978 è Tiziano Nerobutto che appena maggiorenne, inizia a lavorare come imbianchino. La crescita è veloce, grazie anche al contributo del fratello, entrato due anni dopo, e dei figli di entrambi. Nerobutto oggi si occupa di tinteggiatura a 360 gradi, lavorando in ogni tipo di cantiere. L’azienda opera, infatti, in diverse aree, dal restauro di edifici storici agli edifici di nuova costruzione. La svolta arriva nel 2004 con la nascita del dipartimento Calchèra San Giorgio, che si occupa di produrre materiali, con un suo laboratorio di ricerca & sviluppo orientato a soluzioni green e consulenza.

Calchera San Giorgio è oggi guidata da Gianni Nerobutto, figlio di Tiziano che ricopre il ruolo di responsabile generale e direttore tecnico. «Evolversi è fondamentale per rimanere al passo coi tempi. Bisogna confrontarsi con il mercato per non rimanere ancorati a logiche vecchie – ci racconta. In azienda lavorano mio padre Tiziano e mio zio Francesco, che sono un po’ al centro di tutto ed hanno la supervisione generale. Poi ci siamo io, mia sorella e i nostri tre cugini». «Fin dall’inizio – ha chiarito Gianni – mio padre e mio zio si sono dati ruoli chiari senza sovrapporsi ed è così anche oggi. Ognuno di noi si occupa di un settore ben preciso ed ha ampio margine decisionale, oltre che il pieno rispetto degli ambiti di competenza degli altri».

 

Quando nasce Nerobutto e di cosa si occupa?

Nerobutto nasce nel 1978. È stata fondata come impresa individuale da mio padre Tiziano Nerobutto, allora giovanissimo, e faceva tinteggi. Poi è entrato in azienda suo fratello, Francesco, anche lui molto giovane.  Entrambi hanno iniziato a lavorare appena maggiorenni. Hanno continuato a fare tinteggi, ma hanno differenziato sempre più i settori di intervento. Oggi, ad esempio, lavoriamo sia nei restauri di palazzi storici, sia in edifici di nuovissima costruzione dotati di tutte le ultime tecnologie. Abbiamo 103 dipendenti ed abbiamo lavorato in palazzi molto importanti quali il Parlamento di Vienna o Fondazione Prada, o ancora il Tempio Mormone di Roma. Abbiamo anche un dipartimento – Calchèra San Giorgio- all’interno del quale operano 18 dipendenti, con un’età media inferiore ai 40 anni e dei quali 8 sono donne – che produce materiali quali intonaci, malte e finiture e offre consulenza ad altre aziende, attive nei restauri o nella bioedilizia.

Gianni, quando entra in azienda e quale ruolo ricopre?

Sono cresciuto in questa azienda e con questa azienda, dato che siamo nati nello stesso anno. All’inizio era molto piccola e io vi lavoravo ogni estate. Entro ufficialmente nel 1997. Fino al 2004 lavoro nei cantieri. Nel 2004 nasce Calchèra San Giorgio, il dipartimento che lavora per così dire conto terzi, e ne divento il responsabile. È stato un po’ il rimarcare anche un passaggio generazionale, tirando una riga tra competenze della prima generazione e quelle introdotte da noi della seconda. Ma è stato tutto facile e condiviso fin da subito. E l’armonia di competenze, ruoli e affetti tra di noi è assolutamente evidente a chi ci incontra anche solo una prima volta.

Sin dalla sua nascita Nerobutto ha differenziato i suoi settori di intervento. Quanto conta per un’impresa di famiglia riuscire a rigenerarsi e aprirsi a nuovi business?

Sin dall’inizio mio padre e mio zio hanno cercato di differenziare il più possibile l’attività. Evolversi è fondamentale per rimanere al passo coi tempi. Bisogna confrontarsi con il mercato per non rimanere ancorati a logiche vecchie. Nello stesso tempo, non bisogna dimenticare la propria origine e il proprio territorio. Mio padre e mio zio hanno avviato l’azienda davvero giovanissimi, oggi noi della seconda generazione cerchiamo di andare avanti innovando nella tradizione. La nostra crescita e la nostra evoluzione sono avvenute in modo naturale, guardando avanti senza dimenticare da dove veniamo. Come accennato, nel 2004 abbiamo aperto Calchèra San Giorgio, un dipartimento a sé stante con sede in uno storico edificio rurale. Si tratta di “un maso” restaurato e riqualificato in classe energetica A+, nel quale si trovano gli uffici tecnici, la sala espositiva e dove si svolgono corsi di formazione rivolti a professionisti, tecnici, imprese ed artigiani. E questo proprio per mettere assieme tradizione ed innovazione. Rientra nella società Nerobutto, ma è un marchio registrato con il quale usciamo sul mercato. Abbiamo fatto questa scelta per posizionarci meglio. Nei fatti, operiamo come fossimo due realtà differenti (e questa è probabilmente anche la percezione che si ha all’esterno) anche se c’è molta sinergia e dai cantieri di Nerobutto ci arrivano le idee. In Calchèra San Giorgio ci occupiamo anche di ricerca e sviluppo in collaborazione con il Politecnico di Milano assieme al prof. Marco Imperadori e il centro di ricerca Eurac di Bolzano. Uno degli obiettivi è capire come recuperare gli scarti in ottica di un’economia circolare. Nasce così il prodotto Calcedicampo intonaco, premiato al Klimahouse proprio perché completamente composto da materie di recupero come gusci d’uova e lolla di riso.

 

Gianni Nerobutto

Come è strutturata la governance dell’impresa? Avete elaborato una strategia per definire i ruoli in azienda ed evitare conflitti tra fratelli e cugini?

In azienda lavorano mio padre Tiziano e mio zio Francesco, che sono un po’ al centro di tutto ed hanno la supervisione. Poi ci siamo io, mia sorella e i nostri tre cugini. Fin dall’inizio, mio padre e mio zio si sono dati ruoli chiari, senza sovrapporsi. Anche oggi è così ed in questo modo evitiamo contrasti e fraintendimenti. Ognuno di noi si occupa di un settore ben preciso ed ha ampio margine decisionale. Io, mia sorella e uno dei miei cugini ci occupiamo di Calchèra, mentre mio padre, mio zio e altri due cugini sono in Nerobutto. Le responsabilità sono ben definite.

 

La società e la tecnologia evolvono rapidamente. A volte le imprese di famiglia rimangono, invece, ancorate alla tradizione. Pensa possa essere utile aprirsi a manager esterni alla famiglia? 

All’interno di Nerobutto, i dirigenti sono tutti membri della nostra famiglia. In Calchèra San Giorgio, invece, abbiamo dato responsabilità a figure esterne che gestiscono in autonomia la loro area. Ci siamo quindi aperti verso l’esterno, facendo andare di pari passo tradizione ed innovazione. Le persone che hanno iniziato a lavorare con noi sono persone con un curriculum molto importante e il fatto che abbiano scelto di venire a lavorare da noi significa che siamo un’azienda attrattiva. Questo nonostante la nostra sede si trovi in un paesino del Trentino e non in una grande città. Inoltre, siamo legati al nostro territorio ma ci spostiamo per lavorare in tutta Italia ed anche all’estero. La crescita sta nella competenza.

 

Quali sono gli organi della governance aziendale? Nerobutto ha un consiglio di amministrazione o un amministratore unico?

Gli amministratori dell’azienda legalmente sono mio padre Tiziano e mio zio Francesco. Nella realtà dei fatti, le decisioni importanti vengono prese dopo un confronto tutti assieme.

 

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