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Rilanciare lo storico business di famiglia

Il caso Caffè Buongiorno Srl

di Annarita Cacciamani

Caffè Buongiorno è un brand di proprietà di Imballaggi Speciali Europa Srl, società della famiglia Parizzi di Fidenza. Due business differenti: caffè da una parte e imballaggi dall’altra, legati insieme però da una forte tradizione imprenditoriale e dal DNA di impresa. Un caso studio tutto emiliano che parla di rilancio e allineamento familiare. Martina Parizzi, Marketing Manager e discendente di quarta generazione, ripercorre per Family Biz il “back to basics” del suo family business. Anni Cinquanta. In un piccolo laboratorio nel cuore di Fidenza, cittadina della provincia di Parma, Sirio Parizzi inizia a tostare e vendere caffè, supportato dai suoi figli, tra cui Ottavio. Con il passare del tempo, però, la loro attività cambia e iniziano a dedicarsi agli imballaggi. Nel 2019 la svolta: Ottavio capisce che è arrivato il momento di tornare a dedicarsi al caffè. Così, insieme alla nipote Martina, decide di riprendere ufficialmente la produzione e commercializzazione di caffè. Nasce così il marchio Caffè Buongiorno.

Ad occuparsi della commercializzazione del caffè e del posizionamento del marchio Buongiorno Caffè, oggi, è in particolar modo Martina Parizzi, 28 anni e una laurea in Food Marketing. Discendente di quarta generazione, all’interno dell’azienda ricopre il ruolo di Marketing Manager: «Il segreto per la “convivenza”? “Discutiamo molto tra noi, portando ognuno la sua visione e il suo punto di vista, poi facciamo una sintesi di tutto e decidiamo. Discutere, confrontarsi e dire ognuno ciò che pensa senza timori è fondamentale per poter lavorare insieme serenamente».

Martina, perché decidete di riprendere e rilanciare questo business di famiglia?

 

Caffè Buongiorno racchiude in sé la nostra passione per le tradizioni di una volta. Il mio bisnonno Sirio Parizzi era un grossista alimentare. Negli anni Cinquanta ha iniziato a tostare e vendere caffè a Fidenza. Con il passare degli anni la nostra famiglia ha accantonato la torrefazione per dedicarsi agli imballaggi. Lavoravamo soprattutto con il Nord Africa e venivano chiesti molti prodotti alimentari, tra cui il caffè. In fin dei conti, una tazzina di caffè racconta tanto dell’Italia e del Made in Italy… Così decidiamo di riprendere ad occuparci di caffè. Nel 2019 nasce ufficialmente Caffè Buongiorno, il nostro marchio. Puntiamo sulla qualità e per questo è importante poter supervisionare tutto il processo produttivo, scegliendo con cura la materia prima. Oggi siamo attivi sostanzialmente su tre canali: la commercializzazione del nostro caffè all’estero, la fornitura alle attività del settore Ho.Re.Ca e la vendita a privati soprattutto attraverso e-commerce.

Di chi è stata l’intuizione di questo ritorno alle origini?

L’intuizione è stata di mio nonno e io l’ho sviluppata insieme a lui. In quel periodo io stavo terminando gli studi universitari. La mia tesi di laurea, realizzata con il supporto di mio nonno Ottavio, racconta proprio la nascita di Caffè Buongiorno e i progetti pensati per il suo lancio. Certo, poi, il Covid ha cambiato tutti i nostri programmiLa mia idea era quella di iniziare a posizionarci facendoci conoscere attraverso fiere di settore. Venendo meno le fiere, abbiamo per forza di cose, lavorato molto sul marketing online. Come faceva il nostro bisnonno, abbiamo iniziato a consegnare nel periodo di lockdown il caffè casa per casa, riprendendo la tradizione con lo sguardo rivolto al futuro.

Martina e Ottavio Parizzi

Qual è il suo ruolo all’interno di Caffè Buongiorno?

Io mi occupo di marketing, comunicazione e di commerciale estero. Tra le varie cose, seguo e organizzo la nostra partecipazione alle fiere e gestisco diversi clienti soprattutto in Asia ed Est Europa, dove siamo presenti con più forza. Per quanto riguarda i progetti a medio termine, puntiamo ad espanderci nel Nord Europa, i paesi a più alto consumo di caffè del mondo. Inoltre, stiamo avviando un progetto nel settore OCS (uffici medio piccoli, ndr.) per la fornitura di macchine semiautomatiche munite di un sistema innovativo rispetto alle classiche vending a cui siamo abituati.

 

Nell’azienda sono coinvolti diversi componenti della vostra famiglia. Come avete diviso i ruoli?

Oltre a me, lavorano in azienda altri quattro componenti della famiglia. Mio padre, Luca, si occupa esclusivamente del settore commerciale estero. Diciamo che io e lui ci dividiamo la gestione dei clienti. Mia zia Fiorenza si dedica all’amministrazione e alla contabilità, mentre mio zio Matteo gestisce i clienti del settore Ho.Re.Ca e del mercato italiano. Essendo un’azienda medio piccola riusciamo a dare un servizio personalizzato ai nostri clienti, venendo incontro alle loro esigenze. Poi c’è, ovviamente, mio nonno Ottavio che è la mente creativa e supervisiona il tutto. Inoltre, lui si occupa di tutta la parte relativa agli imballaggi. Realizziamo noi tutto il packaging per il nostro caffè e lo forniamo conto terzi anche ad altre aziende del settore. 

 

Commercializzate caffè anche all’estero. Avete mai valutato la possibilità di collaborare con altri partner industriali o finanziari?

Attualmente l’ingresso di partner o soci nella compagine societaria non è un’ipotesi che stiamo considerando. Vero, però, è che il mercato estero è il mercato dove siamo più forti e che il nostro obiettivo è continuare a penetrare in nuovi mercati. Con i nostri principali distributori esteri abbiamo siglato degli accordi di esclusiva del marchio, questo affida a loro la commercializzazione dei prodotti nel mercato di riferimento. un distributore locale in esclusiva che conosce il territorio ed il mercato e quindi rapportarsi con i clienti nel modo giusto e gestirli nel miglior modo possibile. Lavoriamo in questo modo soprattutto in aree quali il Nord Africa, la Cina e la Turchia. Inoltre, la nostra presenza è particolarmente forte a Malta dove abbiamo anche un nostro ufficio.

 

Come vengono prese le decisioni più importanti? Avete un “consiglio di famiglia”

Bella domanda… Non abbiamo formalizzato un vero e proprio “consiglio di famiglia” ma prendiamo insieme tutte le decisioni più importanti. Discutiamo molto tra noi, portando ognuno la sua visione e il suo punto di vista poi facciamo una sintesi di tutto e decidiamo. Discutere, confrontarsi e dire ognuno ciò che pensa senza timori è fondamentale per poter lavorare insieme serenamente. Il filo conduttore di tutto è la passione per il nostro lavoro unita alla cura per i dettagli in modo da offrire un prodotto di qualità. Nel concreto, diciamo che influisce molto la questione generazionale. Mio nonno, che è la mente creativa di tutto ed ha tanti anni di esperienza, spesso ha l’ultima parola. Io sono la più giovane della famiglia e dell’azienda ma non per questo mi faccio da parte. Cerco sempre di esporre il mio punto di vista e spesso mi viene detto che sono la più pignola!

 

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