martedì, Aprile 16, 2024

WORKSHOP FAMILY BUSINESS ARENA

Governance e Capitali per la crescita  

24 Ottobre 2024

Per informazioni

Copertina familybiz come sviluppare le competenze professionali dei futuri leader dell'impresa di famiglia

Se l’azienda cresce in concomitanza con il passaggio generazionale

Il caso di ABA Arredamenti S.p.a.

di Francesco Fravolini

Nasce nel ’54 l’azienda ABA Arredamenti per mano del Cav. Mario Giaccherini, che poi specializza il lavoro della sua falegnameria puntando all’arredamento di pubblici esercizi. Negli anni ’80 la svolta vera e propria: l’ingresso dei figli coincide con un periodo di forte crescita imprenditoriale. Sviluppo e ricambio coincidono: lo studio di Interior design arriva a 55 dipendenti, 7.000 metri quadrati è la superficie produttiva, 5 sono i reparti destinati solo alla produzione- uniti ad altri 4 comparti. Ora, per l’azienda di arredamenti ecco una nuova era: l’espansione si intreccia con la coesistenza della terza generazione.

Rebecca Giaccherini, qual è il suo ruolo nell’azienda?

Nasco come Architetto e Interior design, mi sono laureata presso l’università di Architettura di Genova nel 2017 mentre in precedenza ho conseguito una laurea in Interior Design presso l’Accademia Italiana di Design di Firenze. All’interno dell’azienda svolgo molteplici ruoli. Il primo è senza dubbio quello di progettista nel nostro studio tecnico che, ad oggi, è composto da cinque architetti, i quali progettano e studiano con me sia la parte funzionale sia quella estetica ed impiantistica di un qualsiasi locale targato “Made in Aba”. Il mio ruolo non si conclude con la progettazione poiché la nostra azienda, non avendo una rete di vendita e lavorando con il “passaparola”, mi coinvolge anche nel seguire passo dopo passo il cliente in tutte le fasi della progetto/realizzazione e della scelta di tutto quello che concerne il locale, oltre a seguire tutta la parte di cantiere e di direzione ai lavori. Tutto ciò che viene progettato, tramite disegni e schemi, viene trasmesso al reparto produttivo dove la sottoscritta, unitamente al team di artigiani di ABA, ricerca le migliori soluzioni costruttive. Che sono sempre diverse in base alla conformazione del locale. Come mi è sempre stato detto da mio padre, fin dal primo momento in cui sono entrata in azienda, è fondamentale conoscere bene l’intero sistema produttivo, in ogni sua parte e sfaccettatura. Analogamente è indispensabile essere a conoscenza di tutto ciò che concerne gli aspetti amministrativi, gestionali ed organizzativi.

Rebecca Giaccherini – ABA Arredamenti

Nella crescita del family business, che ruolo svolge l’ambizione del giovane discendente a beneficio della valorizzazione dell’impresa? 

Grazie agli studi conseguiti ho avuto modo di applicare le nozioni acquisite durante gli anni universitari all’interno dell’azienda. Ho potuto condividere con i miei colleghi nuovi punti di vista e concetti innovativi, affinché si creasse un team di lavoro che condividesse tutte le idee e avesse come scopo principale quello di migliorare tutti gli aspetti sia quello funzionale sia quello estetico. Se, da una parte, ho arricchito l’aspetto progettuale e organizzativo, mia cugina Alice, anche lei da poco entrata in azienda, grazie ai suoi studi in Business Comunication, ha introdotto nuove strategie per la valorizzazione dell’azienda, senza dimenticare di esaltare il mondo dell’arredamento per conferire quell’importanza della comunicazione che in questi anni si sta sviluppando.

Che strategie adottate per contraddistinguere Aba sul mercato italiano?

Con oltre 7.000 locali realizzati in Italia, In Europa e nel Mondo, dal 1954 ad oggi ABA Arredamenti si è imposta come una delle maggiori realtà nel campo degli arredamenti di locali su misura, vantando la realizzazione di importanti realtà di locali storici come Caffè Gilli 1733, Caffè Concerto Paszkowski, Scuderi, Rivoire, Iginio Massari e molti altri. L’azienda è composta da cinque reparti produttivi: falegnameria, carpenteria metallica, verniciatura, frigotecnica e vetreria. A questi si devono aggiungere un ufficio amministrativo, uno di segreteria e, non ultimo, uno studio tecnico di progettazione d’architettura d’interni e design. È un’industria artigianale che si avvale anche di macchinari “industria 4.0” ma dove non si produce in serie, non vengono utilizzati componibili o addirittura semilavorati, perché il lavoro dell’azienda ABA è di alta sartoria dove il lato estetico deve essere bello e accattivante ma soprattutto funzionale. Nonostante l’utilizzo di macchinari ed attrezzature che sfruttano gli ultimi ritrovati della tecnologia, il cuore pulsante dell’azienda è profondamente artigianale. La filosofia di ABA prevede che debba essere l’arredo ad adattarsi alla conformazione del locale e non viceversa. Questo permette che non ci siano limiti o preconcetti né nella progettazione né nella customizzazione delle singole parti di arredo, neppure nella progettazione e nella realizzazione delle parti tecniche attinenti al ciclo del freddo.

I punti di forza e le criticità affrontate quotidianamente? 

Sicuramente i punti forza che rendono l’azienda solida e conosciuta a livello nazione e internazionale sono dati dal fatto che il nostro è un lavoro di vera e propria sartoria dove l’abito deve rispecchiare la personalità del cliente ed al tempo stesso deve essere funzionale, dove tutto viene progettato in funzione delle esigenze del cliente e dei flussi di lavoro. Quando progettiamo non ci poniamo limiti nella customizzazione e nella costruzione dei locali anche nelle parti tecniche del freddo, aspetto non comune tra i nostri competiors. Il processo di produzione prosegue, dopo la fase di progettazione, con quello di realizzazione dove il locale viene disegnato in scala 1:1 su dei paniforti, permettendo al cliente, durante il processo produttivo, di vedere il locale in scala reale e definire, anche durante la costruzione, le parti funzionali insieme al cliente, proprio per evitare errori oppure dettagli non funzionali per la fruizione degli spazi. Come tutte le aziende qualche criticità è sempre all’ordine del giorno. Tentiamo di prevedere l’imprevedibile ma se per qualche motivo succede qualcosa, cerchiamo di risolvere nel più breve tempo possibile il problema oppure l’ostacolo. Grazie anche alla grande capacità di reazione della nostra azienda e alla grande potenzialità di avere internamente reparti che coprono tutte le parti tecniche e non del locale, senza avvalersi di aziende esterne che sicuramente aumenterebbero i tempi di reazione in risposta a modifiche o problematiche.

Che percorso di crescita è avvenuto nell’impresa? 

La crescita di ABA è avvenuta in concomitanza con il passaggio generazionale; dapprima mio nonno che aveva una piccola “bottega di falegnameria” ha avuto l’ambizione di costruire arredamenti per pubblici esercizi nel territorio locale. Subito dopo, con l’ingresso in azienda di mio padre Massimo e poco dopo di mio zio Roberto, l’azienda continua a crescere a dismisura. Ed è proprio in quegli anni che l’azienda si è trasformata, divenendo una gestione e un’organizzazione sempre più strutturata, più simile a un’industria e non più a una piccola falegnameria. L’introduzione di uno studio di progettazione ha permesso all’azienda ABA di affacciarsi in un mercato non solo locale ma anche regionale. Con il tempo l’affidabilità, l’attenzione alla qualità ed al prodotto hanno fatto in modo che Aba si affermasse all’interno del mercato degli arredamenti di locali pubblici, introducendo nuovi reparti con specialisti del vetro, elettronica e lavorazione del ferro che hanno permesso all’azienda di realizzare locali completi. L’avvento della terza generazione è senza alcun dubbio un bellissimo obiettivo per la nostra azienda, sono entrata a far parte del team con grande entusiasmo e motivazione. Al tempo stesso, come nuova generazione abbiamo un importante compito: mantenere quello che i nostri genitori e nonni hanno creato ma anche di portare ABA ad un continuo miglioramento.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere e come prevede una presenza nel contesto internazionale?

La nostra azienda, ormai da un po’ di anni, ha varcato i confini nazionali progettando locali in Sud America, Russia, Europa e Regno Unito. Abbiamo voluto sviluppare il mercato estero non soltanto per una ricerca di lavoro (il mercato interno assorbe molto la nostra forza produttiva) ma perché ci siamo voluti mettere in gioco, al fine di puntare alla perfezione, senza tralasciare di internazionalizzare il nostro marchio per l’alta qualità, la grande capacità, la professionalità che ormai, da quasi 70 anni, contraddistinguono la nostra azienda. Personalmente seguo lo sviluppo di molti brand di nostri clienti che hanno voluto espandere il marchio all’estero, seguendo sia la parte progettuale sia la parte esecutiva di progetto, senza tralasciare la direzione di cantiere. È un compito non sempre semplice dal momento che mentre in Italia ad un errore si può rimediare facilmente, all’estero non è ammesso il minimo sbaglio a causa delle distanze. Perciò occorre essere impeccabili e questo serve a me, come alla nostra azienda, per crescere su tutti i fronti. Gli obiettivi da raggiungere nel futuro prossimo sono quelli di riuscire a ingrandire sempre di più il raggio di azione dell’azienda, portando la nostra bandiera in più continenti possibili, al fine di seguire un percorso di crescita della produttività ed una continua formazione di dipendenti e di nuove strumentazioni.

La gestione della continuità intra-generazionale come è stata affrontata e quali problemi sono stati riscontrati in questo passaggio?

Senza dubbio, come in qualsiasi altra azienda, il rapporto tra seconda e terza generazione è motivo di confronto, molto spesso di scontro. Come terza generazione ci siamo inserite all’interno dell’azienda ascoltando attentamente tutte le varie figure specializzate, cercando di imparare e apprendendo quanto più possibile, per poter svolgere al meglio il nostro compito. Sicuramente non è stato e non sarà sempre facile riuscire a confrontarsi con una realtà molto consolidata ma, al tempo stesso, siamo riuscite, grazie alla nostra caparbietà, a farci ascoltare e a ritagliarci uno spazio e un’autonomia nella gestione dei clienti e del lavoro. Il cambio e la coesistenza tra più generazioni, secondo me, risulta essere una delle prerogative più importanti dal momento che dal confronto, dall’ascolto e alle volte dallo scontro possono, come in tutte le cose, nascere occasioni di crescita sia personale sia aziendale.

Che ruolo svolge la tecnologia nei processi produttivi?

Siamo un’azienda legata al lavoro artigianale, quello eseguito da persone specializzate e formate nel tempo al mestiere; creata da mio nonno quasi 70 anni fa nasceva come una piccola bottega di artigiani che, con il tempo, si è ingrandita e industrializzata, mantenendo però lo stretto legame con il lavoro manuale e customizzato. È indubbio che con il passare degli anni le aziende debbano rimanere sempre aggiornate, sia dal punto di vista progettuale sia dal punto di vista costruttivo, per questo abbiamo investito molto nell’azienda non solo sul personale ma anche sui macchinari che si avvalgono anche del sistema industria 4.0. Questi macchinari, che lavorano attraverso sistemi a controllo numerico, ci permettono di eseguire lavorazioni che a mano sarebbero impossibili da realizzare. Lavori di precisione millimetrica che ci hanno consentito di sfruttare al meglio tutte le nostre potenzialità e di migliorare sempre di più la qualità della produzione e dei metodi di lavorazione. È importante sottolineare che l’utilizzo dei macchinari e della tecnologia non vuole assolutamente sostituire il lavoro manuale, attento e specializzato dei nostri artigiani che con noi, quotidianamente, riescono a portare avanti uno studio attendo e uno sviluppo di qualsiasi sfaccettatura del nostro magnifico lavoro, dove ogni realizzazione non è mai uguale ad un’altra perché ogni giorno è una nuova sfida che ci motiva a migliorare. All’interno dell’azienda, assieme al reparto Tecnologia ed Impianti frigo, è stato sviluppato tra i tanti studi quello per il sistema di tecnologia 4.0. Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 serve a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. I prodotti ABA equipaggiati con la tecnologia “ABA Connect “vengono qualificati come investimento secondo il nuovo Piano Nazionale Industria 4.0 e permettono quindi di aver diritto a un credito d’imposta. Questo dà la possibilità di poter attivare tutte le funzionalità sempre monitorate da un semplice smartphone, tablet o pc, compresa l’opportunità di integrare la soluzione direttamente all’interno del proprio gestionale aziendale.

Il digitale in che modo influenza la trasformazione imprenditoriale?

Il ruolo del digitale riportato nella nostra realtà di progettazione e costruzione di arredi su misura sicuramente ha modificato molto il nostro modo di lavorare. Durante i primi anni della nostra azienda mio nonno, come mio padre, disegnavano locali con il solo aiuto di un tecnigrafo e di una matita. Tutto veniva progettato e studiato tramite la rappresentazione grafica a mano. Oggi, senza dubbio, siamo fortunati ad avere programmi che traducono ogni nostra idea, ogni schizzo a mano o metaprogetto con grande facilità, in progetto digitale garantendo una comprensione e precisione sempre più realistica del progetto stesso. Tutti i programmi grafici e di renderizzazione che utilizziamo permettono di vedere, sin da subito, come verrà realmente il locale una volta completato il lavoro, aiutando molto il cliente importante nella comprensione degli spazi.

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