Fondato da Giacomo Chiesi negli anni Trenta, il gruppo Chiesi, con sede a Parma, è oggi una delle più importanti aziende del settore farmaceutico a livello mondiale. Presente in 30 Paesi, conta oltre 6000 dipendenti e nel 2021 i ricavi dell’azienda hanno raggiunto la cifra di 2 miliardi 420 milioni, in aumento dell’8,6% rispetto al 2020.
Il gruppo Chiesi è strettamente legato alla città di Parma e alla famiglia di cui porta il nome. Diversi suoi membri fanno parte del Consiglio di amministrazione. Uno di questi è Andrea Chiesi. Classe 1967, è laureato in Chimica e Tecnologie farmaceutiche e lavora in azienda dal 1993. Ricopre inoltre l’incarico di presidente del CdA di Confindustria Emilia-Romagna Ricerche.
Andrea, quale posizione ricopre all’interno del gruppo Chiesi?
Sono entrato in azienda nel 1993 e ho sempre lavorato nel settore Ricerca e sviluppo. Da qualche anno mi occupo dei Progetti Speciali, oltre al mio ruolo come membro del Consiglio di Amministrazione.
Operando nel settore farmaceutico, come avete affrontato lo tsunami del Covid? Quali le maggiori difficoltà?
Come tutte le aziende anche noi siamo stati colpiti dalla crisi causata dal Covid. La cosa più difficile è stata riuscire a mantenere le forniture in tutti e 30 i Paesi in cui siamo presenti e adattarci alle normative promulgate nei diversi Stati. Abbiamo lavorato per garantire la sicurezza sul lavoro e tutelare i nostri dipendenti. Abbiamo istituito una task force di manager focalizzata su questi aspetti. Per quanto riguarda la produzione, non ci siamo mai fermati e, lavorando già rispettando determinate norme, adattarsi non è stato troppo traumatico. Gli uffici hanno lavorato in smartworking. Non abbiamo prodotto farmaci per il Covid ma abbiamo avuto grandi richieste per i prodotti utilizzati normalmente dai pazienti. La paura di rimanere senza farmaci ha fatto sì che in tutto il mondo le persone facessero scorta, in quantità doppia o tripla rispetto al solito. È stato difficile ma siamo riusciti a soddisfare tutte le richieste. Al contrario, abbiamo dovuto praticamente fermare la produzione di farmaci destinati all’utilizzo ospedaliero, dato che le attività non legate al Covid negli ospedali si sono drasticamente e drammaticamente ridotte in tutto il mondo per concentrare le energie e le risorse alla lotta alla pandemia. Abbiamo vissuto una situazione drammatica e abbiamo cercato di dare il nostro contributo. Abbiamo raccolto circa 3,5 milioni di euro di aiuti in Italia, concentrati soprattutto a Parma, e circa 10 milioni nella totalità dei Paesi in cui siamo presenti.
Oggi Chiesi è alla terza generazione. Come sono stati gestiti i passaggi generazionali e quale valore aggiunto hanno portato i nuovi ingressi in azienda?
Mio nonno Giacomo negli anni Trenta aveva acquistato una farmacia a Zibello, nella Bassa parmense. Non era però quello che faceva per lui. Così torna a Parma, in città, compra alcuni macchinari da un fallimento e inizia a produrre farmaci. Il periodo storico è difficilissimo, c’è la guerra, ci sono i bombardamenti ma riesce ad andare avanti. Nel 1955 inaugura un laboratorio di ricerca e una linea produttiva: è la sede dove siamo rimasti fino a due anni fa. Mio nonno punta sullo studio e sulla ricerca per poi produrre e commercializzare i propri farmaci. È quello che ancora oggi facciamo. Nel 1966 Alberto e Paolo Chiesi, attuali presidente e vicepresidente del Gruppo, vengono chiamati a gestire l’azienda. Si dice siano stati catapultati ai vertici dalla sera alla mattina… È il periodo del boom economico e loro decidono di investire in ricerca e sviluppo e iniziano a portare all’estero i nostri prodotti. Io, insieme ai miei fratelli e ai miei cugini, entro in azienda negli anni Novanta. Ognuno di noi dà il suo contributo per cercare di sviluppare sempre più il gruppo.
Noi non vogliamo semplicemente vendere farmaci. Vogliamo aiutare le persone che hanno bisogno e farle stare meglio. Operiamo sostanzialmente su tre aree: AIR, malattie respiratorie, RARE, malattie rare e CARE, cure specialistiche e prodotti per la cura ed il benessere della persona. La nostra missione è migliorare la qualità della vita delle persone e agire responsabilmente a beneficio della comunità e dell’ambiente, e per questo vogliamo arrivare a medici, pazienti e famiglie per capire di cosa hanno realmente bisogno. Siamo diventati una Società Benefit nel 2018, inserendo nel nostro statuto l’impegno a creare valore condiviso per la società nel suo complesso. Inoltre, dal 2019 siamo una B Corp certificata. Negli anni le difficoltà sono state tante, per esempio è successo in passato di dover ritirare farmaci prodotti da altri e da noi commercializzati, oppure ci sono stati momenti in cui abbiamo faticato a studiare nuove soluzioni terapeutiche da creare. Abbiamo superato i momenti di difficoltà guardando avanti e investendo in tecnologia per rinforzare la nostra ricerca. Ognuno di noi, ogni nuova generazione entrata in azienda ha ben presente tutto questo e contribuisce portando un punto di vista nuovo e nuove idee.
Nel vostro board sono presenti tanti manager della famiglia Chiesi. Quali i valori che la famiglia porta e come li declina nel mercato internazionale?
Sostenibilità, integrità, inclusività, supporto a chi ha bisogno. Questi sono i valori nella nostra famiglia. Vogliamo migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti ed è per questo che mi sto dedicando ai Progetti Speciali. Non veniamo mai meno ai nostri valori e semplicemente li adattiamo alle leggi dei vari Stati in cui siamo attivi, mantenendo sempre una nostra riconoscibilità. Abbiamo trasmesso questi valori ai nostri dipendenti, che descrivono l’azienda come una famiglia.
Quali sono gli obiettivi che l’azienda si pone per il futuro? E quali i suoi personali traguardi professionali da tagliare?
Dal 2000 redigiamo un piano strategico che ci aiuta a guardare avanti. Ora la nostra ricerca si concentra sulle tre aree citate, per le quali serve un approccio particolare, pensando non solo al paziente ma anche alla famiglia. Il nostro obiettivo è raggiungere più persone possibili e aiutare anche quelle dei Paesi più poveri che hanno le maggiori difficoltà. Abbiamo l’ambizione di raggiungere il net zero, ovvero saldo zero di emissioni di anidride carbonica entro il 2035. Vorremmo che anche i nostri fornitori e partner facessero lo stesso, un ruolo fondamentale, infatti, è rappresentato da tutta la catena del valore, motivo per cui abbiamo co-creato con loro il primo Codice di Condotta, il “Codice di Interdipendenza”, con l’obiettivo di concepire un sistema davvero sostenibile. Per quanto mi riguarda vorrei rendere l’azienda e la nostra ricerca sempre più innovativa con Università, start-up e altri Centri di Ricerca. Questo sarebbe un cambiamento di mentalità epocale.
La famiglia Chiesi a Parma è fortemente impegnata nelle associazioni di categoria e nel sociale. Questo è un valore aggiunto anche per l’azienda?
Contribuire allo sviluppo della nostra città e del nostro Paese fa parte del nostro statuto. A Parma, in particolare, siamo parte del tessuto sociale con varie iniziative di solidarietà. Sono diverse le realtà e associazioni locali a cui prendiamo parte – da Parma Facciamo Squadra a “Parma, io ci sto!” al KilometroVerdeParma – che hanno prodotto risultati e sono di aiuto a chi ne ha davvero bisogno. Noi preferiamo le azioni alle parole. Questo è il nostro modo di essere e di lavorare.