L’Isola d’Oro, azienda familiare specializzata nella produzione di conserve ittiche, nasce nel 1958 a Parma- la Food Valley Italiana- grazie all’intuizione di Ettore Zarotti, socio fondatore insieme a Ferruccio Zarotti. Oggi, con un fatturato di 18 Mln/euro e 30 dipendenti, è giunta alla terza generazione. In questa intervista Donatella Zarotti, discendente e Responsabile Comunicazione, racconta i passaggi salienti e le scelte strategiche avvenute nel trascorso di questo family business, con un focus sul nuovo modello di governance aziendale.
Quello che era l’originario business familiare viene, ad un certo punto, rigenerato da una intuizione di marketing strategico. Ci puoi raccontare questo passaggio?
La storia de L’Isola d’Oro inizia nel 1958 con Ferruccio Zarotti, imprenditore ed erede di una dinastia focalizzata sul business delle conserve animali e vegetali. Siamo alla fine dell’800 quando, nella tradizione industriale della città di Parma, entra proprio l’acciuga (e in generale le conserve di pesce e vegetali). La filiera è straordinariamente importante per prestigio e tradizione, anche se l’acciuga è meno sotto i riflettori rispetto alle produzioni tipiche della pianura. Ferruccio è un imprenditore giovane e visionario ed è a lui che si deve la vera storia delle alici in vetro. Fino al 1958 infatti, l’acciuga era presente sul mercato solo in latte: piccole o grandi, in banda stagnata. Ferruccio pensa che sia arrivato il momento di apportate innovazione sui temi del confezionamento che deve rispecchiare la qualità comunicandola adeguatamente: l’innovazione di marketing è volta a valorizzare l’acciuga ed il suo lungo e complesso ciclo di lavorazione, svolto completamente a mano, dalla pesca al confezionamento, dalla salagione alla filettatura.
Le innovazioni per essere accettate hanno bisogno di competenze sviluppate all’interno dell’organizzazione aziendale…
Le competenze erano state create tramite una quotidiana azione di educazione. Un’operazione silenziosa e lenta di costruzione della cultura di impresa che i capi quando sono bravi compiono in una modalità naturale e senza sforzo. Ferruccio, forte della sua esperienza sul campo e di una profonda conoscenza della materia prima, in primis aveva trasmesso ai collaboratori la sua passione ed, al contempo, aveva favorito le iniziative di innovazione per le quali lui aveva innato istinto. E così che Ferruccio Zarotti immagina, valuta e decide la svolta. L’intuizione per la crescente importanza della merce a scaffale nei supermercati lo porta alla trasparente eleganza del vetro.
È a questo punto che Ferruccio cerca di aprire il business familiare a collaborazioni esterne…
Come invece la tua generazione ha a sua volta rigenerato e innovato il business di famiglia?
Innanzitutto quotidianamente perseguiamo quei criteri di innovazione e qualità che hanno contraddistinto l’azienda fin dall’origine. Detto ciò, abbiamo introdotto innovazioni nella governance aziendale che è leggera e flessibile. È fondamentale essere smart, ossia perseguire aziendalmente un concetto di struttura snella, efficace, veloce e dinamica, anche per far fronte a richieste di sistema Italia fortemente pressanti sulla gestione aziendale delle PMI. L’Isola d’Oro, grazie alla sua governance leggera è un’azienda meno istituzionalmente legata al ruolo e più al raggiungimento del risultato, dove ogni singolo elemento è tenuto a impegnarsi in modo importante, non solo nella quantità ma soprattutto nella qualità del tempo dedicato al lavoro. Inoltre pensiamo che sia proficuo investire in collaborazioni sul territorio. Abbiamo dato inizio e sostegno ad iniziative culturali, artistiche, educative e sociali di ampio respiro.
Come si allenano le competenze?
L’innovazione tecnologica si sposa molto bene con la tradizione. Teniamo molto alla visibilità mediatica e tutto ciò che rientra nella carta valori della azienda è fedelmente rispecchiato ed espresso sul nostro sito internet. E poi restare fedeli alle radici del territorio: abbiamo sempre scelto di rimanere in Italia, dove il livello delle competenze è elevato, quando altri scappavano.
Quali sono i valori che devono permeare la struttura organizzativa di un’azienda familiare per garantirle continuità generazionale?
i valori che per primi mi vengono in mente sono quelli che non devono mai essere abbandonati: è bene che la struttura organizzativa sia caratterizzata da entusiasmo, passione, impegno e visione. Quest’ultima è competenza del leader che ha la responsabilità di trasmetterla ai collaboratori tramite la cultura aziendale.
Come realizzare concretamente la cultura aziendale?
È stato un modo per rafforzare la leadership?