giovedì, Dicembre 12, 2024

I SALOTTI DI FAMILY BIZ

La Governance proprietaria, aziendale e familiare nei family business   

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Una tradizione artigianale nell’arredo da cinque generazioni

Potocco Spa

di Alessandra Fraschini

«L’originalità è il driver principale che ci distingue nel nostro mercato»

Inizia così Marianna Potocco a raccontare della sua storica impresa di famiglia, vera protagonista da oltre cinque generazioni di un comparto, l’arredo italiano, che ha visto la sua celebrazione solo alcuni giorni fa nel Salone del Mobile di Milano. Un evento di risonanza mondiale a cui Potocco partecipa senza interruzioni da oltre 60 anni anche perché proprio il nonno è stato tra i soci fondatori e più attivi sostenitori.

Creatività italiana, tradizione artigianale e vocazione internazionale sono i tratti distintivi di Potocco, azienda a conduzione familiare, con oltre un secolo di longevità. Fondata nel 1919 da Domenico Potocco a Manzano (UD), da piccola bottega artigiana per la produzione di sedie, Potocco si è evoluta nel corso degli anni trasformandosi in una vera e propria realtà industriale, specializzata nella produzione di arredi per la casa e il contract, adatti sia agli ambienti indoor che outdoor. Una storia di eccellenza che attraversa tutto il ‘900 italiano, in un percorso di crescita che, dalla partecipazione al primo Salone del Mobile in qualità di socio fondatore, ha portato Potocco a collaborare con importanti firme del design internazionale e a conquistarsi una posizione di rilievo come eccellenza del Made in Italy.

Oggi, l’azienda è guidata da Antonino Potocco, coadiuvato dalle figlie Alice e Marianna, ed è presente in tutto il mondo grazie a una vasta rete di distributori e delle due divisioni Potocco USA e Potocco Asia-Pacific.

«L’azienda ha 103 anni di attività ed è stata fondata dal mio trisnonno, Domenico Potocco, in un sottoscala a Manzano nel centro della cittadina. Negli anni si è ampliata e specializzata verticalmente nella commercializzazione di sedute. Oggi siamo un’azienda che controlla internamente tutto il processo di produzione delle nostre creazioni, dall’essicazione del legname fino al packaging, per una proposta 100% made in Italy e made in Potocco all’interno dell’azienda che si sviluppa su 50 mila metri quadrati di stabilimento con una supply chain di tutte le fasi della produzione del mobile e dei complementi di arredo. Abbiamo il legno nel nostro DNA che resta il nostro punto focale, ma ci siamo specializzati, negli anni, nell’intreccio; i nostri prodotti sono tutti artigianali e intrecciati a mano, come nella tradizione. La nostra governance aziendale vede mio padre Presidente, affiancato da me che sono Global Brand manager e da mia sorella, Alice che rappresenta la parte creativa della famiglia, è inserita nell’ufficio stile e si occupa di prodotto, di tessuti, di cromie, colori».

Il ruolo di Marianna, quinta generazione al comando

«Io, invece, ho studiato a Londra all’European School of Economics e dopo, diverse esperienze all’estero, sono rientrata in Italia a fine 2016 e ho iniziato a lavorare in azienda – continua Marianna Potocco, ripercorrendo i suoi inizi nell’azienda di famiglia – Nel mio ruolo, ho la responsabilità del brand Potocco in tutto il mondo e   della due divisioni in North Carolina, (la nostra trade company per il mercato americano) e della Potocco Asia Pacific division di Singapore. A questi incarichi aggiungo l’attività di Brand Ambassador che significa viaggiare per raccontare l’azienda e i nostri prodotti, incontrando architetti internazionali. Potocco, infatti, pur essendo un’industria con i suoi 80 collaboratori e un fatturato consolidato di 13,5 milioni di euro, resta un’attività artigianale con tante lavorazioni legate alla tradizione, nonostante la progressiva integrazione di macchine a controllo numerico e diversi progetti di industria 4.0. Credo che il mio ruolo per la crescita dell’azienda sia importante e determinante. Con il cambio generazionale che stiamo attraversando adesso, credo di essere una pedina importante di collegamento sia per mio padre sia per l’amministratore delegato perché ho una visione chiara del nostro futuro e del percorso che vogliamo fare. In azienda, siamo un team giovane e crediamo molto nell’energia delle nuove generazioni. Anche l’azienda, sta vivendo insieme alla nostra famiglia, un importante cambio generazionale con famiglie di collaboratori che si avvicendano in Potocco e questo rappresenta un altro dei nostri grandi valori».

Marianna Potocco - Potocco Spa

Oggi, viviamo una fase di consolidamento espansivo

«In questo momento, stiamo vivendo una fase di consolidamento, seppur sempre espansivo. Dal 2017 all’inizio 2020, l’azienda si è dedicata al proprio rilancio lavorando sul rebranding. Nel dettaglio, abbiamo cambiato direzione artistica, rinnovato il prodotto e l’immagine dell’azienda, ridisegnato le strategie commerciali e adesso, stiamo raccogliendo i frutti di tanto lavoro. Ma non ci fermiamo mai e ogni giorno è una sfida e resta costante lo sviluppo. Abbiamo progetti avanzati di nuove acquisizioni e previsione di nuove assunzioni con piani di crescita che garantiscono una grande attenzione ai nostri collaboratori. Nonostante siamo e resteremo un’azienda a conduzione familiare, sono presenti dei manager che ci supportano nella conduzione e nello sviluppo, come Antonio Franceschi Staruffi, il nostro CEO, che è con noi da oltre 5 anni ed è al vertice aziendale con me e mio padre».

I valori aziendali

Creatività italiana, tradizione artigianale e vocazione internazionale sono i tratti distintivi di Potocco, come sottolinea Marianna Potocco. «L’essere un’azienda familiare rappresenta nel mondo da un grande valore perché (purtroppo) nel comparto dell’arredamento sono rimaste veramente poche realtà dove la famiglia fondatrice è al comando e rappresenta l’anima e la passione per il proprio lavoro. Quando racconto questo in giro per il mondo, dall’America all’Asia, affascina tanto, resta un valore fondamentale. Altro valore è il rappresentare un’eccellenza del Made in Italy, continuando a distinguerci per l’originalità delle nostre creazioni. Questo è un valore a cui mio padre tiene molto, insieme alla qualità per cui in azienda manteniamo dei controlli di qualità interni molto ferrei. E infine il servizio, pre e post vendita, garantito allo stesso modo a tutti i clienti, grandi e piccoli».

Le sfide

«Una delle nostre sfide più importanti è stato il processo digitalizzazione. Messa in preventivo prima della pandemia applicando processi interni, ha subìto dal 2020 una forte accelerazione e non è stato semplice modificare completamente quanto facevamo solo 5 o 6 anni fa nella vendita o nel marketing. E non è stato semplice neppure coinvolgere nel cambiamento la generazione tradizionale come mio padre. Tra le nuove sfide inserisco riuscire a comunicare la nostra unicità nel mercato, la nostra anima unica che mettiamo nella personalizzazione e nelle proposte custom».

Gestione complessità tra generazioni

«Le complessità ci sono, ma riusciamo a gestirle in maniera armonica, anche grazie al corretto approccio consolidato negli anni con i nostri collaboratori che guardano a questo passaggio in maniera positiva e armonica. Forse è grazie alla nostra unità ed entusiasmo di famiglia che condiziona anche il resto dell’azienda».

Sogni e ambizioni

«Il mio sogno è portare avanti l’azienda mantenendola al vertice e sviluppandola, magari in nuovi mercati o applicando nuove metodologie. Una mia sfida personale è imparare nuove specializzazioni, non solo dell’arredamento, ma settori limitrofi, con impegno e dedizione, sacrifici che ritengo siano sempre ripagati. Stiamo pensando a nuove start up e al mondo del metaverso (che riteniamo un’innovazione che spopolerà in futuro), ma vogliamo essere pronti e soprattutto credibili. Sono in azienda dal 2016 e sono solo all’inizio, devo ancora imparare. Nel 2017, è iniziato un cambio generazionale che è durato circa 6 anni con il supporto di professionisti, oggi siamo quasi alla fine. È stato un percorso complesso, ma ben delineato. In Potocco, siamo una grande famiglia, se siamo qua dobbiamo sempre ringraziare chi lavora al nostro fianco che ritengo siano fondamentali».

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