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Il caso Carra Mangimi Spa

di Annarita Cacciamani

Fondata nel 1933 a Parma da Artemio Carra, oggi Carra Mangimi SpA è un’azienda all’avanguardia, che punta sulla crescita attraverso innovazione e ricerca per essere competitiva in un mercato difficile come quello dei mangimi per bovini da latte e suini. Oggi questo family business, con sede a Bogolese di Sorbolo (Parma), si trova nella fase dei cugini: alla guida c’è la terza generazione formata dai tre fratelli Michele, Francesco e Filippo, affiancati da Beatrice e Davide che tra le loro prossime sfide si preparano ad affrontare la successione e ad identificare se ci saranno futuri leader. Per Family Biz l’intervista con Michele Carra, Amministratore Delegato e Direzione Impianti e commerciale e Beatrice Carra, Resp. Qualità.  

«Con il nostro ingresso in azienda – spiegano Michele Carra, amministratore delegato, e Beatrice Carra, responsabile qualità – abbiamo portato un cambio di vision e di modalità di lavoro. Abbiamo investito in innovazione e in ricerca». I cugini Carra hanno ben presente anche le sfide che dovranno affrontare in futuro: Il nostro è un settore altamente competitivo e dovremo capire come preparare il prossimo passaggio generazionale e valutare quale sarà la direzione da dare alla nostra impresa».

Ci potete riassumere in breve le tappe principali di Carra Mangimi?

 

 

Carra Mangimi SpA nasce 90 anni fa, nel 1933, fondata da nostro nonno Artemio Carra, che, in un piccolo negozio a Parma, inizia a vendere cereali per l’alimentazione degli animali. La sua attività va bene e negli anni Cinquanta si trasferisce in un magazzino sempre a Parma dove inizia a produrre mangimi bilanciati. Qualche anno dopo iniziano a lavorare anche i suoi figli, Antonio e Giuseppe, e l’azienda continua a crescere. 

 

Negli Ottanta avviene la prima svolta. La clientela cresce e Antonio vede un ulteriore sviluppo nell’ attività. Per questo convince Artemio e Giuseppe, ad acquistare il terreno a Bogolese di Sorbolo e a costruire lo stabilimento in cui ci troviamo ora. L’azienda inizia quindi in questi anni la prima trasformazione da piccolo stabilimento semi artigianale a realtà industriale. In quegli anni il nostro mangime inizia ad arrivare non solo nella zona di Parma e provincia ma anche in Lombardia e in Toscana. Negli anni l’attività cresce e si specializza sempre più in mangimi per bovini da Parmigiano Reggiano e suini destinati al prosciutto di Parma.

 

La seconda importante svolta invece avviene negli anni Duemila. Sono gli anni del passaggio generazionale. La terza generazione ha portato un cambio di vision, che probabilmente, è quello che ha consentito alla nostra impresa di andare avanti e svilupparsi in un settore sempre più competitivo, dove purtroppo le piccole realtà familiari tendono a sparire. Abbiamo intuito che andava cambiato il modo di rapportarsi con l’allevatore. Fino a quel momento la vendita era basata soprattutto sul rapporto di amicizia e fiducia personale che legava il cliente o l’agente alla proprietà. Ora questo non basta più.  

Abbiamo sviluppato internamente un vero e proprio laboratorio di analisi per il controllo di tutte le materie prime in ingresso e dei prodotti finiti in uscita, per garantire al cliente elevati standard qualitativi. L’allevatore viene affiancato dai nostri tecnici non solo nella fornitura di mangime, ma nell’intera gestione dell’allevamento a trecentosessanta gradi. Dal 2016, inoltre, abbiamo assunto una persona affinché si dedichi totalmente alla ricerca e sviluppo. Fermo restando il rapporto umano, ora al centro ci sono la competenza, la ricerca e l’innovazione. Parallelamente abbiamo rinnovato quasi totalmente l’impianto produttivo sia acquistando nuovi macchinari di ultima generazione, sia automatizzando quasi tutte le fasi di produzione.

 

 

Oggi alla guida dell’azienda c’è la terza generazione, quella dei “cugini”. Come vi siete divisi i ruoli?

Siamo entrati gradualmente in azienda e ognuno ha seguito le proprie inclinazioni. Niente ci è stato imposto. Negli anni Novanta hanno iniziato a lavorare Michele, che oggi è l’amministratore delegato e si occupa di Direzione Impianti e Direzione Commerciale, Francesco, che è il presidente e si occupa di acquisti e amministrazione, e Filippo, che segue la parte commerciale relativa ai bovini. Nel 2001 entra anche Beatrice, che oggi è responsabile qualità. Siamo sostanzialmente noi quattro ad occuparci della gestione dell’impresa. Davide, anche lui in azienda dagli anni Novanta, segue alcuni aspetti legati all’archiviazione dei mangimi. I nostri genitori sono stati comunque ben presenti finché gli è stato possibile anche durante il passaggio generazionale. Antonio Carra, è stato presidente della società fino al 2019.

 

Carra Mangimi ha compiuto quest’anno 90 anni. Quali cambiamenti e innovazioni hanno consentito al vostro family business di continuare a crescere?

Il nostro ingresso in azienda ha comportato, come detto, un cambio di vision e di mentalità. Sicuramente, la decisione di iniziare a puntare sulle competenze, sulla ricerca, sull’innovazione per dare assistenza specializzata agli allevatori e seguire al meglio l’alimentazione dei loro animali ci ha consentito di andare avanti e crescere. Oggi non sarebbe possibile lavorare come si faceva in passato. Parallelamente riteniamo sia stato molto importante inserire giovani, sia agenti che tecnici, che sono cresciuti con noi. Essi hanno raccolto il testimone di chi ha lavorato con noi in passato tanti anni e hanno valorizzato le possibilità date dalla tecnologia. Questo processo di rinnovamento continua tuttora e desideriamo portarlo avanti.

 

Come gestite la convivenza tra di voi in azienda? Come prendete le decisioni più importanti?

La nostra struttura non è rigida. Siamo qui tutti i giorni a lavorare, ci vediamo e ci parliamo. Diciamo che non c’è tanta formalità ma ci confrontiamo molto spesso e dobbiamo dire che sulle questioni più importanti siamo quasi sempre tutti allineati e la pensiamo allo stesso modo. Le questioni vengono messe sul tavolo e il più delle volte se qualcuno di noi ha forti dubbi non procediamo.
 

 

Come vedete Carra Mangimi tra 10 anni?

Ci auguriamo che l’azienda continui ad essere in crescita. Ci saranno comunque questioni da affrontare. Ad esempio, dovremo preparare il prossimo cambio generazionale e dovremo stabilire come rinnovare l’azienda. Dovremo capire se i nostri figli vorranno lavorare qui oppure no e come si rapporteranno tra loro. La prossima generazione Carra sarà formata da una ragazza di 22 anni e altri cugini che ora di anni ne hanno poco più di dieci. Tra loro passano quindi dieci anni, un salto notevole.
 

 

Siete presenti anche sul mercato estero? Avete mai pensato di aprire il vostro capitale a partner industriali o di costruire aggregazioni con altre imprese?

Il core-business della nostra azienda si basa sul mercato degli allevamenti legati al Parmigiano Reggiano e al Prosciutto di Parma. Vendiamo soprattutto nel nord Italia, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli e Piemonte, e in percentuale minore in Toscana, Marche e Sardegna. All’ estero invece arriviamo in Ungheria e Romania, dove esportiamo mangime per suinetti. Finora non abbiamo mai preso in considerazione di aprirci a nuovi partner o di iniziare collaborazioni importanti con altre aziende. In futuro, però, non escludiamo che questo accada. Il nostro settore è in grande evoluzione e si sta concentrando sempre più in poche realtà grandi a discapito delle piccole. Anche questo, insieme al passaggio generazionale, sarà un tema da affrontare. Se vogliamo continuare a crescere, dobbiamo continuare a rinnovarci e scegliere il modo migliore per farlo.

 

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