Campetella Robotic Center opera dal 1897 a Montecassiano (Marche), dove progetta e realizza sistemi robotizzati per l’automazione di processi industriali e per la lavorazione delle materie plastiche rivolgendosi dapprima a piccole e medie imprese fino a diventare fornitore di importanti multinazionali. Con un cambio generazionale di successo, l’azienda negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente e oggi genera un fatturato di 25 Mln/€, ha 130 collaboratori e opera in modo consolidato sul mercato globale. Interessante come caso studio per analizzare il modello di crescita di questi ultimi anni introdotto da una giovanissima 5° generazione, che ha proposto nuove strategie facendo tesoro della solida base costruita dai predecessori.
L’azienda viene fondata da Pasquale Campetella sul finire del 1800 che inizia a produrre macchinari per il settore agricolo; tra il 1911 e il 1956 la guida passa al figlio Aurino e poi ai nipoti Zeno e Bruno che collezionano premi internazionali e registrano numerosi brevetti grazie alle particolari innovazioni portate al settore delle macchine agricole.
Il decennio 1970-1980 vede il passaggio dalle macchine per il settore agricolo alla robotica e all’automazione industriale attraverso un cambiamento fortemente sostenuto dalla 4° generazione con Carlo Campetella, fondatore e attualmente presidente di Campetella Robotic Center e Caterina Dezi- AD.
Dal 2011 inizia l’ingresso in azienda la 5° generazione con Gaia ed Elia Campetella- figli di Carlo e Caterina e rispettivamente marketing manager e CEO. Qui con Elia l’intervista per le pagine di Family Biz.
Che novità hai introdotto con il tuo ingresso?
Per prima cosa abbiamo sviluppato un piano industriale che prevedeva una serie di investimenti e la creazione di una struttura manageriale che ritenevo essenziale. Abbiamo scelto di farci accompagnare da società di consulenza di alto livello con l’ambizione di posizionarsi a livello globale nel settore per collocarsi tra i maggiori player non per volume ma per tecnologia, complessità e qualità delle soluzioni erogate.
Elia quando e come sei entrato in azienda?
Ho vissuto l’aria dell’azienda fin dalla nascita. Poi, il giorno del diploma, mio padre Carlo mi ha chiesto: «Elia, se tu hai interesse a tenere l’azienda io proseguo fino a quando entrerai, altrimenti le mie soddisfazioni me le sono tolte e vorrei smettere». Ho immediatamente risposto che volevo proseguire così nel 2011, all’età di 22 anni, ho iniziato a spaziare tra i vari dipartimenti per oltre un anno, poi a coprire la parte commerciale che trovavo meno presidiata e da quel punto in poi è iniziata una crescita importante dell’azienda.
Che tipo di piano avete strutturato per raggiungere gli obiettivi?
Dal 2014, stiamo attuando un piano decennale di sviluppo manageriale basato su 5 dimensioni strategiche. Partendo da un fatturato di 7 Milioni di Euro con 50 dipendenti siamo arrivati in tre anni al raddoppio di fatturato e un incremento significativo del personale, mentre oggi Campetella Robotic Center fattura 25 Milioni di Euro e ha una struttura con 130 persone, presenza all’estero ormai quasi diretta su mercati come Germania, Inghilterra Stati Uniti e Messico oltre a consolidare la presenza storica sul mercato sudamericano e Africa e Middle East. L’aumento dei volumi è la conseguenza del cambiamento che ha fatto crescere tutta l’azienda: prima legata al prodotto robot, che oggi si è consolidato, poi ci siamo specializzati sulla soluzione di problemi complessi che richiedono alta specializzazione. Dunque, un cambiamento completo di scenario con un riposizionamento che ha visto una tipologia nuova di clienti e uno slancio internazionale. Siamo passati dal 30% al 70% di export e contemporaneamente il mercato Italia è aumentato del 300% grazie soprattutto ad un riconoscimento del brand molto forte sul mercato domestico sostenuto anche da Industry 4.0.
Come è avvenuto l’avvicendamento in azienda di te e tua sorella Gaia con i vostri genitori?
Trovo ammirevole come Carlo e Caterina ci hanno lasciato spazio e come ci hanno dato la possibilità di fare errori a me e a mia sorella Gaia, per poi essere sempre pronti e presenti quando capitava di andare in difficoltà. Hanno gestito perfettamente quella tipica esuberanza di un ragazzo di 20 anni che ha limiti di esperienza e una razionalità non ancora del tutto matura. Ho interiorizzato questo comportamento e da parte mia ho cercato di non voler avere ragione a parole ma portando fatti che poi sono stati utili per introdurre le mie proposte. L’atteggiamento della generazione precedente è stato privo di pregiudizi e partecipativo.
Hai incontrato particolari criticità nel processo di sviluppo aziendale?
A mio avviso la criticità è solo un modo di vedere una cosa che sta accadendo. Indubbiamente supportare una crescita organica così rapida a livello finanziario non è stato– e non è ancora-semplice con un capitale 100% dell’azienda, senza fondi o gruppi industriali. Con una crescita del team così veloce è importante anche mantenere l’allineamento e su questo lavoriamo facendo perno sui valori e sui principi aziendali utili per raggiungere gli obiettivi, abbattendo l’ostacolo delle dinamiche di delega e delle competenze tecniche pure, ma favorendo le soft skills.
Dopo 40 anni è stata dura trasferire la leadership da Carlo al giovanissimo Elia?
Sinceramente non ho capito ancora il perché, ma dal primo giorno ho avuto un livello di fiducia e ascolto completo da parte delle persone in azienda e anche dal network non direttamente collegato all’azienda. Questo riconoscimento non è mai mancato: anche quando i progetti da me proposti non sono andati a buon fine, ho visto le persone focalizzate a provare con fiducia.
Questo non è scontato, ma è stato molto bello!
I risultati prodotti dimostrano che la nuova generazione è pronta alla sfida di portare avanti l’azienda. Qual è l’agenda?
Vogliamo portare l’azienda su una posizione economico finanziaria solida con delle dimensioni che ci consento di lavorare sul mercato globale erogando costantemente lo stesso livello di servizi in ogni area del mondo. Oggi abbiamo una dimensione aziendale che rispetto a ieri ci permette di soddisfare maggiormente questa esigenza, ma da qui ai prossimi 10 anni occorre portare l’azienda al raddoppio di dimensione. Per la natura di questa realtà credo che gli scenari possono essere diversi, ma devono sempre tener conto della sostenibilità-ovvero raggiungere una dimensione per poter tenere i piedi ben poggiati a terra. Volendo sognare e pensando ancora più avanti vedo una differenziazione su mercati attigui con prodotti più standardizzati, ad elevato contenuto tecnologico, che generano una base di volumi interessante con una complessità più bassa per bilanciare il livello alto su cui siamo focalizzati ora.
Si sente il peso di 126 anni?
Si, sentiamo questo peso in forma positiva. È un’azienda che ha attraversato 2 guerre mondiali, che ha affrontato importanti riconversioni: dal mondo della meccanica all’agricoltura, alla meccanizzazione, poi è passata alla robotica e all’automazione industriale-tutto questo è un retaggio importante e positivo che ci aiuta ad affrontare oggi la servitizzazione. Essendo arrivati al 4° passaggio generazionale si sente sulle nostre spalle una tradizione aziendale di famiglia che dura da oltre 100 anni e quindi nessuno di noi percepisce l’azienda come solo una cosa personale ma qualcosa che si tramanda come un’eredità da conservare con cura.
Oggi cosa c’è nella Campetella di 100 anni fa?
Prosegue quella capacità al cambiamento. Mio padre Carlo ha avuto la grande capacità di portare l’azienda dal mondo delle macchine per l’agricoltura a quello dei robot e sistemi d’automazione industriale. Credo che io ho saputo cogliere il momento per introdurre una pianificazione a lungo termine con una visione molto ambiziosa e un percorso verso la managerializzazione e al lean thinking. C’è ancora il clima giusto, disteso e con ottimi livelli di relazione che permettono di sviluppare dinamicità verso problemi e soluzioni complesse. Oggi come ieri, accompagniamo i clienti nell’automazione dei loro processi produttivi trasferendo know now, fornendo formazione, offrendo assistenza completa nelle varie fasi, mantenendo la stessa filosofia di sempre ma aggiornando la visione. La trasformazione si basa sulla targettizzazione di clienti, che possono assorbire un livello tecnologico superiore, non solo focalizzati sul prodotto ma interessati ai servizi legati al prodotto.