P.M.I. Stampi e Stampaggio, acronimo di Particolari per il Modellismo Industriale, viene fondata come ditta individuale nel 1975 a Bareggio (MI) da Fabio Ciccioni, esperto nel campo della progettazione e modellistica industriale in plastica. La ditta si afferma fornendo articoli per il modellismo industriale destinati alle aziende di progettazione, diventando leader di mercato. Si consolida anche nel settore dello stampaggio industriale, grazie ad investimenti in macchinari all’avanguardia. Nel 2006 Alessandro Ciccioni, figlio di Fabio, apre una società che opera nello stesso settore a Mottalciata in provincia di Biella, quella che sarebbe poi diventata l’unità operativa piemontese della P.M.I. Stampi e Stampaggio, cui sono seguiti un’ulteriore crescita e consolidamento di mercato. Ed è proprio Alessandro, 49 anni e discendente di seconda generazione dell’azienda, a raccontarci tale evoluzione.
Alessandro, come sei arrivato ad avere la completa governance dell’azienda?
Per risponderti devo ripercorrere i momenti salienti della nostra storia imprenditoriale.Io ho lavorato a lungo a fianco di mio padre nella sua ditta individuale di Bareggio, fin quando l’attività concentrata esclusivamente nella provincia di Milano ha cominciato a starmi un po’ stretta. Mio papà, piuttosto che ingrandire la sua ditta, ha preferito supportarmi nella creazione di un mio business a Mottalciata, sempre nello stesso settore. Mi ha aiutato affittandomi un immobile di sua proprietà e permettendomi di acquistare da lui le materie prime: se mi fossi rivolto da neo imprenditore ai distributori mi sarebbe stato chiesto il pagamento anticipato su tutte le forniture. Questa agevolazione sui pagamenti delle fatture mi ha permesso di crescere e nel contempo ho acquisito anche competenze nel settore. Nel 2014, quando mio papà è venuto a mancare, noi familiari eredi (mia madre e mio fratello), abbiamo scelto di unificare le due aziende e la fusione è avvenuta l’anno successivo. Nella successione ereditaria io ho conferito la mia azienda, acquisendo la maggioranza delle quote (60%) della nuova società semplice di proprietà della nostra famiglia che a sua volta controlla la P.M.I. Stampi e Stampaggio di cui io sono l’amministratore, il socio unico e il responsabile tecnico e commerciale. In quest’ultima veste seguo in particolare la gestione della produzione e i nuovi progetti.
La creazione della società semplice è funzionale a tutelare il vostro family business?
Esattamente. La società semplice della nostra famiglia (Ciccioni Fabio sas) è una società commerciale che controlla la società manifatturiera (P.M.I. Stampi e Stampaggio) e ne commercializza alcuni prodotti. I soci sono tre: io come socio di maggioranza, mia mamma che è in pensione e mio fratello (51 anni, architetto) che da circa 8 anni è anche dipendente dell’azienda industriale e si occupa in particolare della sicurezza e dello sviluppo prodotti.
Questo costrutto, unito ad uno statuto che lo definisce, ci permette di avere ben chiara la leadership ed evitare eventuali dissapori familiari.
Avete anche un patto di famiglia?
Me ne sono interessato ma non lo abbiamo ancora in quanto i figli miei e di mio fratello sono tuttora molto piccoli. Lo potremo prendere in considerazione negli anni futuri.
Avete mai pensato di dotarvi di un management?
No, l’azienda nasce con l’idea di essere snella ed agile. Noi ci occupiamo di stampaggio conto terzi e questa logica non prevede neppure uno spazio economico per giustificare la presenza di un manager. È evidente che se un giorno tutti i soci volessero mettersi da parte saremmo nelle condizioni di poter assumere una persona che faccia il nostro lavoro; sicuramente cambierebbe la prospettiva del business perché il rapporto con le aziende nostre clienti è molto immediato e generalmente avviene direttamente tra gli imprenditori.
E la comunicazione tra voi familiari come avviene?
Abbiamo l’abitudine di condividere immediatamente i punti importanti anche solo attraverso un messaggio o una telefonata e, in maniera più informale, nelle occasioni familiari.
Come già detto, tra me e mio fratello vi è una chiara distinzione dei ruoli ed io non manco di condividere gli aspetti più strategici dell’azienda, dato che fa capo anche a lui. Mia mamma si fida totalmente, se vede che io e mio fratello siamo d’accordo è già contenta.
Le principali sfide che hai affrontato?
Nella prima fase della mia avventura imprenditoriale sicuramente la ricerca di clienti per la mia nuova società e le acquisizioni di piccoli competitor, dato che mio papà non ha mai preso in considerazione il fatto di condividere la sua azienda con la mia. Il mio business è comunque subito decollato, visto che quando mio papà è venuto a mancare la mia azienda era cresciuta più della sua e questo è comunque un dato di fatto. Anche gli anni del Covid sono stati sfidanti, ma fortunatamente non abbiamo mai avuto cali di fatturato. Al momento stiamo attraversando un periodo turbolento per via del caro bollette. Visto che la nostra attività si basa sul consumo di energia elettrica, stiamo puntando sul rinnovamento dei nostri macchinari per abbassare i consumi e più in generale su una più attenta gestione dei costi.
Ci racconti della vostra crescita inorganica?
Il nostro ambito, quello dello stampaggio industriale, presuppone che si costruiscano stampi destinati alle aziende, che sono per quest’ultime investimenti molto importanti. È quindi piuttosto complesso trovare nuovi clienti, non solo perché la maggior parte delle imprese ha già i propri fornitori di riferimento, ma anche perché bisogna presentarsi al momento giusto, quando necessitano dei tuoi prodotti oppure quando sono insoddisfatte dei loro attuali fornitori. Acquisire aziende destinate a chiudere, con un patrimonio di conoscenza e un parco clienti consolidato è stato per noi un modo per crescere e che ha evitato un bel problema ai loro clienti; siamo infatti stati in grado di garantire loro una soluzione di continuità del business, portando anche maggiore organizzazione e capacità produttiva, visto che eravamo più grandi. Oggi siamo in una elevata quantità di settori con tanti piccoli clienti che hanno bisogno di produzioni specifiche. Quindi spesso questi ultimi sono più piccoli di noi, nonostante ci siano anche delle multinazionali nel nostro portafoglio clienti.La prima acquisizione è avvenuta nel 2011 in cui comprammo gli stampi e la produzione dello storico marchio milanese Brizza. Si sono poi susseguite acquisizioni di micro-aziende nell’ambito della produzione di giocattoli e di creazioni in plastica, come le piccole valvole per svariati usi che oggi sono monopolio della Cina. Questo ci ha spinti a specializzarci nella creazione di valvole per l’abito medicale che resta ovviamente “Made in Italy”. Nel 2018 abbiamo acquisito la società Corti Rocchetti leader nella produzione di rocche in plastica: in questo specifico caso produciamo direttamente, non si tratta di uno stampaggio conto terzi. L’ultima acquisizione è avvenuta nel 2020 con l’azienda Tec-Plast di Cisliano (MI) specializzata nel settore automotive. Oggi abbiamo tre sedi, che è una peculiarità nel nostro settore: una a Mottalciata (BI), una a Bareggio (MI) ed una a Romentino (NO), quest’ultima derivata da una precedente acquisizione di un nostro fornitore. Per noi è molto importante mantenere delle maestranze locali perché i nostri clienti sono abituati ad averci fisicamente vicini.
Hai mai riflettuto su possibili exit?
Non è nelle nostre corde vendere. Stiamo comunque lavorando nella direzione di rendere l’azienda solida e un domani spendibile sul mercato, qualora i figli miei e di mio fratello intendano intraprendere altre strade.
Hai mai pensato di lanciare nuovi business?
L’entusiasmo imprenditoriale non mi manca, ma su questo preferisco agire in autonomia, fuori dall’asse familiare. Nel 1998 ho aperto un’azienda vitivinicola e successivamente un agriturismo.
Hai Piani per il futuro?
Innanzitutto completare l’ampliamento dell’azienda nella sede di Mottalciata attraverso investimenti strutturali. Nonostante gli oltre 3.000 mq di stabilimenti, abbiamo bisogno di più spazio. In seconda istanza dovremo completare la riorganizzazione interna dell’azienda in modo che la mia possa diventare solo una direzione commerciale, dato che ricopro anche un ruolo istituzionale nel mio territorio. Dovremo affrontare presto un ricambio generazionale interno tra i capi reparto e dopo che ciò sarà avvenuto potrò guardare ai prossimi 20 anni con serenità.