lunedì, Ottobre 14, 2024

I SALOTTI DI FAMILY BIZ

La Governance proprietaria, aziendale e familiare nei family business   

24 Ottobre 2024 - Grand Hotel Rimini 

Per informazioni

Sei un un imprenditore di una azienda di famiglia?

VUOI RACCONTARE LA TUA ESPERIENZA?

prendi contatto con la redazione

Rigenerare le competenze all’interno di un family business

Il caso Donnafugata Srl

di Camilla Rocca

La Famiglia Rallo si occupa di vini da cinque generazioni e ha fondato nel 1983 Donnafugata, azienda situata sulle colline di contessa Entellina, spostando la produzione qualche anno dopo nell’isola di Pantelleria. L’ingresso nel 1990 dei figli Giacomo, Antonio Rallo e della figlia Josè ha contribuito ad arricchire l’organigramma aziendale con personalità esperte su più settori dal vino al marketing e alla gestione eventi. La crescita del family business degli ultimi anni ha determinato anche una riorganizzazione aziendale con l’inserimento di dirigenti esterni e non settoriali: «Crediamo nella contaminazione di diverse competenze. La nostra famiglia punta sempre all’eccellenza e intende modernizzarsi sotto questo punto di vista» spiega nell’intervista per FamilyBiz Josè Rallo, AD di Donnafugata.

Josè Rallo, quali sono le tappe più importanti che hanno segnato il vostro family business?

 

Sicuramente partirei dal 1851. Il nostro inizio è avvenuto seguendo le orme di imprenditori inglesi che commerciavano molto nel Marsala, personalità da cui la mia famiglia ha imparato aspetti di marketing e commerciali. Un’altra data sicuramente significativa è il 1983, la nascita di Donnafugata. All’inizio degli anni ‘80 il Marsala stava infatti vivendo una stagione di declino. Alla ricerca di alternative mio padre, Giacomo Rallo, apprese in California la tecnologia per refrigerare vini e mosti, controllare la temperatura durante tutto il ciclo produttivo e produrre vini di qualità in climi caldi, così da dare nuova linfa vitale alla produzione.

 

 

A che punto siete, oggi, come impresa? ci sono state variazioni a livello organizzativo?

Donnafugata è un’azienda in crescita. Nel 2016 abbiamo acquisito nuove tenute a Vittoria e Etna con la conseguente messa in produzione di vini rossi.

In questi anni abbiamo avuto un ampliamento importante del fatturato del 30% in 70 paesi, duplicando il fatturato per le due tenute nel 2021 (circa 50%).
Tutto questo ha determinato la necessità di una riorganizzazione aziendale.
Oggi, infatti, abbiamo 4 dirigenti e un direttore marketing, ma non necessariamente settoriali sul vino, perché crediamo nella contaminazione di diverse competenze.
La nostra famiglia punta sempre all’eccellenza e intende modernizzarsi dal punto vista delle competenze e puntare di più su digitale e comunicazione.

 

 

Vi è stato un cambio generazionale e come gestite internamente i ruoli di potere in famiglia?

 Il primo importante cambio nel governo aziendale è stato nel 2013 con il passaggio da amministratore unico a presidente del CDA, con me e mio fratello amministratori delegati con aree di influenza e grande libertà nelle scelte.

 

 

Come gestite la convivenza interna per favorire l’unione familiare? 

 

È importante mantenere la coesione e allo stesso tempo valorizzare al massimo le diverse individualità. Abbiamo deciso di dividerci le aree di competenze. La famiglia si riunisce quindi nel Consiglio di amministrazione.

 

 

Qual’ è la sfida più grande finora affrontata?

 

Sicuramente i momenti di maggiore tensione li abbiamo avuti con la crisi finanziaria del 2008 e i suoi strascichi che sono durati qualche anno. Quindi ci siamo dovuti confrontare con la globalizzazione e soprattutto dal 2013 abbiamo sentito sulla nostra pelle il peso che l’economia mondiale ha su tutte le realtà, decidendo in pratica i nostri valori di performance.

 

 

Avete seguito delle strategie di crescita aziendale in questi ultimi anni?

 

Il nostro obiettivo è la crescita in tutti i settori in cui siamo impegnati con un coinvolgimento a 360 gradi: abbiamo acquisito nuove tenute nel 2016 e prodotto nuovi vini rossi, abbiamo creato il binomio vino e musica nel Wine&Music. Stiamo investendo molto nella ricerca e nello sviluppo per offrire maggiore qualità, attirando i giovani enoappassionati e riscoprendo uve, come il Nocera, in grado di cogliere la sfida del cambiamento climatico.

 

 

Quali sono state le innovazioni rispetto al business familiare tramandato?

 

Cerchiamo di aprirci alle novità a 360 gradi, investendo e valorizzando nuove strategie. Dal 1994 inizia la collaborazione con l’illustratore Stefano Vitale che porta alla produzione della prima etichetta d’autore, La Fuga. Quindi abbiamo creato la connessione tra vino e musica nel Music&Wine che mi vede nella veste di cantante.  Dal 1995 dalla collaborazione tra Giacomo Rallo e Giacomo Tachis nasce il vino Le mille e una notte. Tra il 2016 e il 2020 alle tenute le colline di Contessa Entellina e Pantelleria, si aggiungono le tenute di Vittoria e Etna, Marsala. Abbiamo colto al massimo il tema della sostenibilità e ci impegniamo in numerosi progetti, come l’adozione della bottiglia Cento per Cento Sicilia e del tappo Nomacorc Ocean sono innovazioni in linea con gli obiettivi dell’agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Curiamo molto anche i percorsi di formazione e aggiornamento professionali e siamo aperti alle nuove pratiche di governance.

 

 

Quali i piani futuri?

Il nostro impegno principale per il futuro è rappresentato dalla nostra mission incentrata sulla sostenibilità. Dal 1989 siamo a Pantelleria e da subito abbiamo incentrato i nostri sforzi nella viticoltura eroica, ottenendo dieci anni fa il riconoscimento Unesco quale pratica agricola sostenibile e creativa.Produciamo dal 2011 energia pulita, coprendo col fotovoltaico fino al 50% del fabbisogno della tenuta di Marsala. Nel 2021 abbiamo rafforzato il nostro impegno per la Sostenibilità Ambientale, Sociale e di Governance, aderendo alla Fondazione SOStain Sicilia. Nel 2022 abbiamo individuato i nostri 9 principali SDG (Sustainable Development Goal) in linea con l’Agenda 2030 ONU. Ora dobbiamo lavorare sullo sviluppo della cultura del vino tra i giovani dai 18 ai 35, da loro ritenuto un’eccellenza Made in Italy.

Related Posts