Hanno la voglia di cambiare. Mettono la sostenibilità , aziendale e ambientale, al primo posto e la resilienza al centro della loro strategia. Chi sono e come pensano gli imprenditori under 40? A colloquio con Alessandro Squeri, Direttore Generale di Steriltom, azienda conserviera leader in Europa con sede a Piacenza.
Iniziamo a conoscere la storia della tua azienda: in sintesi ci vuoi raccontare come è nata e come si è evoluta?
Steriltom è un’azienda familiare specializzata nella produzione di conserve di pomodoro fondata dal mio bisnonno nel 1934 a Piacenza. In seguito mio nonno Carlo Squeri ha continuato l’attività proponendo sul mercato per la prima volta una polpa pronta di pomodoro. Mio padre e mio zio hanno poi sviluppato l’azienda specializzandola su questo prodotto e sui canali Food Service e Industriale. Io sono entrato nel 2013. In questi ultimi anni l’azienda si è evoluta in termini di offerta (prodotti ad alto valore aggiunto e biologico) e di servizio arrivando a esportare il nostro pomodoro 100% italiano in oltre 80 paesi nel mondo.
Nel 2018 abbiamo salvato dal fallimento l’ex-Ferrara Food, un’altra azienda conserviera di Ferrara che oggi è diventata parte del nostro gruppo col nome di Italtom e che è riconosciuta da tutti come la fabbrica di pomodoro più moderna e avanzata d’Europa.
Che cosa vuol dire per te dare continuità all’azienda di famiglia?
La continuità per noi assomiglia molto al concetto di sostenibilità. E così come la sostenibilità riguarda nel lungo termine tre aspetti: economico, sociale e ambientale.
In questo senso la crescita a livello di fatturato, da 30 a 115 milioni di euro, con un Ebitda a doppia cifra e sempre in crescita, è sicuramente un buon segno di sostenibilità economica.
Allo stesso tempo è stato fondamentale crescere senza perdere i valori che contraddistinguono la nostra azienda familiare dove ogni singola persona è importante e la passione è tanta.
Negli anni abbiamo inoltre cercato di perseguire una politica che ci permettesse di legarci nel lungo termine coi nostri fornitori, soprattutto con gli agricoltori, e di supportare il territorio con contribuendo ad attività educative, culturali, sportive e ambientali.
Quali caratteristiche deve avere per te un buon imprenditore?
Dipende. Ci sono tante variabili in gioco, in primis la dimensione dell’impresa, il paese e il settore. Posso dire però che in generale ci sono due caratteristiche che vedo come una costante per essere un buon imprenditore e sono la capacita di saper scegliere e valorizzare i propri collaboratori e la comprensione di quelle che sono le priorità della azienda.
Quale è stata la tua carriera formativa? Gli studi ti hanno agevolato?
Pur essendo sempre stato appassionato di matematica ho fatto il liceo classico e questo ha dato un contributo fondamentale alla mia capacità di vedere il mondo e leggere gli eventi. Dopo la laura specialistica alla Bocconi col massimo dei voti ho fatto cinque anni in consulenza direzionale in ambito Food (prima in Accenture Strategy e poi in Bain). E’ stato un bel percorso, senza di questo non avrei avuto la forza e le competenze per contribuire allo sviluppo della mia azienda così come ho fatto.
Dopo essere entrato in azienda o continuato comunque a riservarmi del tempo per attività “extra”. Sono stato Presidente Nazionale dei Giovani di Federalimentare per due mandati, incarico che ho terminato da poco. Di recente sono entrato nel Comitato Strategico del Fondo di Private Equity Finance For Food e nel cda di Abc Company. Tutte queste sono esperienze per me interessanti e utili anche per tenere aperta la mente e non limitarmi alla sola visione del settore “pomodoro”. Insomma in verità la formazione non finisce mai.
Com’è la tua giornata lavorativa?
Arrivo alle 9:00 e esco alle 19:30. Siamo un’azienda in crescita e questo richiede un certo impegno per adeguarsi continuamente alle nuove sfide e la capacità. Inoltre non posso dire che esiste una giornata “tipo”, anche perché negli ultimi anni non sono mancati gli eventi straordinari che hanno reso la vita di tutti noi piuttosto intensa. Ma ci adeguiamo, con metodo.
Che errori ritieni di avere commesso in passato in merito al tuo progetto?
Se dovessi tornare indietro in alcuni casi sosterrei con più forza le mie proposte. Spesso un giovane imprenditore che entra nell’azienda di famiglia usa cautela nel proporre progetti innovativi e potenzialmente rischiosi. Invece questo è proprio il compito delle nuove generazioni: rinnovare e a volte rivoluzionare, per poter stare al passo coi tempi. Così rimpiango a volte di avere avuto troppa cautela. Ma d’altra parte devo dire che mio padre mi ha sempre dato fiducia e, di questo dovrò sempre ringraziarlo. Se dovessi quindi dare un suggerimento a un giovane imprenditore gli direi di analizzare bene la situazione e le proprie soluzioni e poi di “osare”.
Di quali traguardi sei orgoglioso?
Sicuramente il fatturato quadruplicato e l’Ebitda particolarmente positivo sono un bel traguardo dopo 8 anni in azienda. Oggi Steriltom è un’azienda leader in Europa per la polpa di pomodoro nei canali industriali e food service, che offre prodotti di alta qualità con un ottimo servizio. Quando nelle fiere internazionali passano a trovarci i clienti col sorriso, questo è il primo segno che stiamo lavorando bene.
Infine una cosa che apprezzo moltissimo sono i valori e la cultura presenti in azienda. Chi entra in Steriltom percepisce la passione delle persone che ci lavorano e l’interesse a fare le cose bene. Di questo sono molto orgoglioso, anche se il merito chiaramente non è mio ma di chi lavora da tanti anni in Steriltom, mio padre in primis.
Quali sono gli obiettivi futuri?
In un contesto di continui mutamenti come quello attuale è difficile fare piani a lungo termine. Dopo una crescita così forte e tumultuosa credo che ci possa essere un periodo di consolidamento per la nostra azienda. In seguito vedo comunque tanto spazio di crescita all’estero, e non escludo ulteriori acquisizioni.
Quale è la tua valutazione del mercato oggi?
Ad oggi il mercato è gonfiato a causa dei problemi di fornitura presenti a livello mondiale. Oltre a un’effettiva mancanza di materie prime a causa guerra in Ucraina, covid etc, assistiamo a una speculazione (per esempio sui trasporti marittimi) che amplifica e peggiora la situazione. Credo che ad oggi percepiamo solo una parte dell’inflazione che sta purtroppo per colpire il nostro paese.
La storia ci insegna che un’inflazione prolungata sulle materie prime arriva sempre a un picco e ed è solitamente seguita da un periodo di forte deflazione. “I prezzi scendono sempre più velocemente di come salgono” diceva mio nonno. Non so dire dove siamo oggi rispetto al picco, ma sicuramente questa situazione non può durare a lungo.
Uno sguardo al futuro: che cosa vedi?
Un augurio: spero che finisca presto la guerra in Ucraina e con questa il dramma umano che sta creando.