Nata a Spoleto, in Umbria, Pietro Coricelli Spa è un’istituzione nel campo della produzione e commercializzazione di olii e aceti, in Italia e nel mondo. L’azienda, nata negli anni ’40, ha registrato di recente una crescita significativa, favorita sicuramente dall’allineamento e dall’unità del family business, dove: «ognuno ha il suo ruolo, ma c’è molta collaborazione reciproca.[…] nonostante le differenze tra di noi abbiamo imparato a lavorare in armonia. Non mancano mai le figure primarie manageriali al nostro fianco». A farci conoscere più approfonditamente la formula della prosperità di questo colosso del mercato oleario, oggi giunto alla terza generazione, è l’attuale Presidente- Chiara Coricelli- in questa intervista.
Quali sono le tappe più importanti che hanno segnato il vostro family business?
L’azienda è stata fondata a Spoleto nel 1939 da mio nonno Pietro che, oltre all’olio che produceva e commercializzava, si occupava di selezionare le migliori materie prime italiane da proporre ai suoi clienti a nome proprio, a garanzia di qualità. Una filosofia che abbiamo cercato di mantenere con la grande evoluzione che l’azienda ha fatto in 85 anni attraverso tre generazioni. Negli anni 70, mio papà Giuseppe Antonio ha iniziato ad esplorare il territorio nazionale per uscire dai confini di Umbria, Lazio e Marche, fino ad allora il principale bacino di vendita, puntando inoltre sui mercati esteri e oggi siamo presenti in 110 Paesi nel mondo. Sicuramente, un’altra data importante è il 2005 quando io e miei fratelli Marco, Lorenzo e Pietro ci siamo ritrovati tutti in azienda e abbiamo spinto molto sull’export registrando un’importante crescita di fatturato e volumi. Nel 2008 abbiamo acquistato il brand Cirio divisione Olii e Aceti, consolidando ulteriormente l’azienda. Un’altra tappa significativa è il 2018, anno in cui sono stata nominata Amministratore Delegato e, da lì, è iniziato anche il percorso aziendale verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale, presentando nel 2023 il nostro primo Report Integrato, la nostra carta d’identità per poter raccontare i progetti e le azioni intraprese in questi anni ma anche gli impegni per il futuro.
A che punto siete, oggi, come impresa? Sia a livello organizzativo sia a livello operativo.
Lo scorso anno sono stata nominata anche Presidente ed è stato una ulteriore testimonianza della vicinanza della mia famiglia e il riconoscimento per la crescita importante registrata negli ultimi anni, che ci ha permesso di posizionarci tra le maggiori imprese olearie europee. Abbiamo, inoltre, investito molto in innovazione, essendo la prima industria olearia a utilizzare la tecnologia blockchain per tracciare la qualità dei nostri oli, puntando sulla trasparenza verso gli stakeholder e i consumatori. Inoltre, siamo fortemente impegnati nella valorizzazione dell’olio 100% Made in Italy, operiamo in sinergia con il mondo agricolo attraverso accordi di filiera che mettono al centro il lavoro dell’agricoltore garantendo loro una premialità aggiuntiva da reinvestire in innovazione nei campi o nei frantoi, per garantire continuità all’olivicoltura italiana. Abbiamo anche diversificato la nostra offerta: l’olio extra vergine di oliva rimane il core business, ma abbiamo esplorato altri oli vegetali pregiati in uso in altri Paesi, come l’olio di cocco o di avocado. La diversificazione ci ha portato a studiare e conoscere altri mercati come la frutta secca, la pasta, i sughi, i pesti e le passate. Un paniere completo di prodotti legati alla dieta mediterranea e allo stile di vita sano.
Vi è stato un cambio generazionale e come gestite internamente i ruoli di potere in famiglia?
La mia nomina è arrivata in modo naturale, insieme a mio padre e ai miei fratelli abbiamo cavalcato un’opportunità: ero la più giovane in famiglia, l’unica ad avere sia la possibilità di conoscere dall’interno tutti i reparti aziendali, sia il tempo da dedicare a una formazione sul campo. Nessun ruolo di potere, ma si sa che in tutte le famiglie numerose, sono le donne da sempre il collante, l’elemento di conciliazione e di armonia. Io l’ho solo applicato al business.
Come gestite la convivenza interna per favorire l’unione familiare?
I miei fratelli si occupano soprattutto della parte commerciale, ognuno ha il suo ruolo ma c’è molta collaborazione reciproca. Crescere con 3 fratelli maggiori ha sicuramente forgiato il mio carattere sin da bambina. Tutto è stato una conquista, ma nonostante le differenze tra di noi abbiamo imparato a lavorare in armonia poiché siamo cresciuti qui e respirato fin da piccoli la vita aziendale; c’è grande rispetto verso la storia della nostra famiglia e dei valori ereditati.
Com’è strutturata la vostra governance familiare?
Se è vero che in CDA siedono solo alcuni membri della famiglia, è anche vero nelle scelte aziendali non mancano mai le figure primarie manageriali al nostro fianco, oltre ad un Collegio Sindacale attento e attivo e ad un ODV proattivo che è sempre un grande stimolo al miglioramento continuo.
Qual è la sfida più grande finora affrontata?
Direi che perseguire anno per anno il nostro progetto di crescita in un mercato in controtendenza rappresenta una sfida quotidiana, che ci anima e ci consolida da ogni punto di vista. Il passaggio generazionale – momento solitamente critico per le aziende familiari – è stato gestito in maniera magistrale e lungimirante da nostro padre, e noi stessi abbiamo già lavorato per integrare nuovi membri della famiglia al momento opportuno.
Quali sono state le innovazioni rispetto al business familiare tramandato?
Il rispetto delle persone, la trasparenza, il sostegno alla comunità locale, la qualità sono i valori e le linee guida tracciate già da mio nonno, l’innovazione apportata è l’inquadramento in una strategia integrata dove persone, territorio e ambiente sono strettamente connessi, anche grazie all’uso innovativo della tecnologia. Abbiamo scelto di raccontare la nostra visione nel Report Integrato per tracciare una rotta ben definita, vogliamo che questo documento rappresenti una bussola per la prossima generazione che si affaccerà in azienda. Per questo motivo vogliamo andare oltre i numeri, perché l’olio è e deve rimane la passione di famiglia.
Il tema dell’apertura del capitale rientra tra i piani futuri?
No, ad oggi come Pietro Coricelli Spa non abbiamo un interesse particolare verso il tema dell’apertura del capitale, in particolare nei prossimi progetti, che sono prettamente orientati più su altre tematiche. Ciò non esclude che un domani questo potrà essere oggetto di analisi.