Visione di ampio respiro e responsabilità caratterizzano la gestione de La Meccanica Padana Srl, da oltre 60 anni attiva nella produzione di componenti meccaniche per il settore Oil&Gas, petrolchimico, energetico, aerospaziale. Un’azienda di famiglia di respiro internazionale ma con le radici ben salde ai principi di chi l’impresa la sente non solo “sua” ma parte di una comunità che va preservata nonostante i cambiamenti e gli avvicendamenti
«L’azienda nasce nel 1954», ci racconta Paolo Cella, Amministratore Delegato de La Meccanica padana, «negli anni ’70 mio padre la acquistò ed iniziò lo sviluppo sebbene il settore Oil&Gas sia sempre stato soggetto alle vicissitudini del mercato dell’energia, cosa che, specie in questi giorni, tutti stiamo ben comprendendo in prima persona. L’azienda comunque è cresciuta progressivamente ed oggi siamo in cinquanta».
Quando e come è avvenuto il suo ingresso ne La Meccanica Padana?
Non subito. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ho iniziato lavorando per altre aziende del settore degli imballaggi flessibili con funzioni di commerciale, viaggiando molto in tutto il mondo.
Mi sono avvicinato all’azienda di famiglia quando mio padre è diventato anziano con il ruolo di AD. Dal 2009, quando lui è venuto a mancare, sono solo alla guida sebbene ci siano altri soci di famiglia che però svolgono altre professioni.
Quale valore aggiunto ha portato all’azienda?
Le esperienze lavorative all’estero fatte prima di entrare nell’azienda di famiglia sono state importanti tanto da aver messo a frutto la logica di internazionalizzazione. Ovviamente, anche prima di lavorare qui, avevo sempre “respirato“ l’aria dell’azienda e questo mi ha aiutato ad avere una visione complessiva più nitida.
Accennava all’internazionalizzazione. Quali sono i vostri progetti?
Il mercato estero per noi è già molto importante. Pensi che esportiamo quasi la totalità della nostra produzione. Stiamo lavorando anche per diversificare la nostra offerta con l’obiettivo di diminuire i rischi di un fatturato basato su un solo prodotto. Per questo, ci siamo dotati di una serie di certificazioni che ci consentono di lavorare in tutti i mercati dove c’è la richiesta dei nostri prodotti e di una organizzazione interna per dialogare con strutture ed enti sempre più complessi. I nostri clienti-tipo sono infatti dei giganti dell’energia.
Ci sarà un passaggio di testimone ai suoi figli?
In realtà non so ancora cosa vorranno fare da grandi e credo che, come è stato per me, anche per loro possa essere un valore aggiunto fare un’esperienza all’estero. Considerata la giovane età dei miei figli, non credo che avranno la possibilità di entrare utilmente in azienda a breve. Per questo, sto lavorando da anni affinché questa stia in piedi con le sue gambe e possa presentarsi sul mercato indipendentemente da me. Può darsi che ci vorrà un’altra figura per guidarla, magari dall’esterno.
Parla della possibilità di far entrare altri soci non appartenenti alla sua famiglia?
Non sono chiuso a questa possibilità. Tra le varie attività di diversificazione che portiamo avanti vi è la costituzione di un’altra azienda, con altre persone, in Arabia Saudita per creare prodotti diversi.
La capitalizzazione potrebbe avvenire tanto dall’interno quanto dall’esterno.
Non voglio che l’azienda muoia con me. La società ed i dipendenti vengono prima. Vede- conclude- l’azienda per l’imprenditore va oltre il guadagno. È la sua creatura e personalmente sento forte la responsabilità nei confronti della società nella quale vivo e sono attivo.