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Governance e Capitali per la crescita  

24 Ottobre 2024

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Custodi di tradizioni centenarie nel family business

Il caso di Tenuta Condè

di Erika Digiacomo

Chiara Condello: “Condè è un posto unico, legato al territorio, che parte da usanze antiche e si innova, giorno dopo giorno, senza stravolgere la sua identità”

 

A Predappio, piccolo comune dell’Emilia Romagna, incastonato tra gli Appennini e il mare Adriatico, si trova l’azienda vitivinicola Condè, che sorge proprio nella vallata del paese, con poche case e tante vigne, dove le montagne lasciano lo spazio a colline dolci e dove ancora si conservano gli antichi mestieri, scanditi dalle stagioni e da ritmi di vita più lenti.

Condè, nata come cantina di produzione vitinicola, è ormai da anni anche un luogo ideale in cui festeggiare matrimoni e avvenimenti importanti, ma anche in cui trascorrere una piacevole vacanza, lontana dalla vita caotica di tutti i giorni, immersi in un contesto naturale di pura bellezza, grazie al suo caratteristico Borgo, adibito a resort. L’attività è stata avviata nel 2001 da Francesco Condello; oggi protagonista della vita aziendale è anche la figlia Chiara, giovane imprenditrice e viticoltrice, che ha preso in mano le redini dell’impresa. “Con la mia famiglia – spiega Condello – siamo custodi di tradizioni centenarie. Essere viticoltori a Predappio significa confrontarsi con più di 700 anni di storia della viticoltura e avere l’ obbligo di proteggere le tradizioni”.

Ci racconti le origini della sua azienda. Come ebbe inizio?

Francesco Condello: “Condè nasce nel 2001. Prima lavoravo nel settore finanziario in ambito immobiliare. Ad un certo punto sentii il forte desiderio di cambiare vita e soprattutto ritornare alle mie origini, legate alla terra e ai ricordi di mio nonno, che produceva vino in Calabria. Così lasciai il mio lavoro a Bologna e aprii la mia prima cantina tra queste colline, dove nasce appunto il Sangiovese di Predappio. Le prime produzioni nel territorio risalgono al 1383, si tratta infatti di quello a maggiore vocazione vinicola in tutta la Romagna. Con il tempo, acquistai sempre più vigne e anche alcune case dei fattori. Recuperavamo i vigneti che c’erano (i più vecchi risalgono al 1939) e ne ripiantavamo di nuovi. Il nostro core business, quindi, ruota tutto intorno alla produzione e alla vendita del Sangiovese di Predappio. Nel 2014 decidemmo però di affiancare a questa attività, anche quella ricettiva di resort. Dalla ristrutturazione di alcuni vecchi casali dei contadini, presenti intorno alla tenuta, nacquero così le splendide ville di Borgo Condè, adibite a resort e impreziosite da ambienti e sale, dove è possibile festeggiare matrimoni, eventi speciali, gustare ottimi pranzi, aperitivi, cene o trascorrere le vacanze a contatto con la natura ”.

Perchè il nome Condè?

Francesco Condello: “È un’abbreviazione del mio cognome e anche il soprannome con cui mi chiamavano da piccolo. È una parola corta, molto più facile da ricordare e sicuramente più evocativa”.

Da qualche anno vi siete aperti anche al mercato estero. Come mai questa decisione?

Francesco Condello: “Questa scelta è stata fatta per diversi motivi e, visto come sono andati gli ultimi due anni con la pandemia, aggiungerei per fortuna. La decisione di aprirsi anche al mercato estero è risultata vincente. Ci ha aiutato a ‘resistere’ e a superare i brutti momenti del Covid, come le chiusure imposte ai ristoranti italiani in cui vendiamo il nostro vino o l’impossibilità di festeggiare matrimoni nel borgo .

Anche adesso, con la crisi ucraina in atto, avendo diversificato i mercati in cui esportiamo, continuano a lavorare. Il mercato estero ci permette di rafforzare il nostro brand e così essere conosciuti e presenti in più Paesi. Le persone, infatti, possono trovare il Sangiovese di Predappio in tutto il mondo, fino ai ristoranti stellati. Vendiamo principalmente in tutta Europa, nei Paesi scandinavi, in Canada e in generale nel Nord America”.

Chiara Condello e Francesco Condello, Tenuta Condé

Chiara Condello e Francesco Condello, Tenuta Condé

Un’azienda a conduzione familiare, che è diventata un punto di riferimento per il territorio e non solo. Come state gestendo il passaggio generazionale?

Chiara Condello: “Direi in modo graduale, com’è giusto che sia. Sono entrata a far parte dell’azienda nel 2012.  È stato un passaggio fisiologico e soprattutto non forzato. Dopo gli studi in Economia, è stata una mia scelta occuparmi dell’impresa familiare, mio padre non mi ha mai obbligata e credo che questo sia un elemento fondamentale per lavorare bene in famiglia e in totale sintonia. Mi occupo principalmente della gestione delle cantine e della produzione del vino. Quindi tutto il processo che va dalla coltivazione delle vigne fino alla vendita del prodotto finito ai nostri clienti. Per l’ospitalità, invece, abbiamo un direttore che gestisce la piena operatività del Borgo e che ovviamente si confronta sempre con noi quanto a nuove iniziative e piani strategici da proporre. A papà è rimasta la parte amministrativa e contabile, a me quella produttiva e commerciale”.

Sente la responsabilità di avere sulle spalle una lunga attività di famiglia?

Chiara Condello: “In realtà non tanto. Come dicevo prima, mio padre mi ha lasciata libera, non ho mai sentito il peso di dover lavorare in azienda. Dopo la laurea, è stata una scelta presa in totale serenità e con molto entusiasmo, quindi la vivo molto bene”.

Il Covid ha messo a dura prova il lavoro di molti imprenditori, soprattutto nel settore dei matrimoni e degli eventi. Quali sono le speranze per il futuro? Avete nuovi progetti in cantiere?

Chiara Condello: “La nostra azienda sta seguendo due strade rivolte alla crescita in termine di qualità del prodotto e di servizi relativi all’ospitalità. Quindi innalzeremo il livello del Borgo e la qualità dei nostri vini, puntando, come in realtà facciamo da anni, su soluzioni biologiche e innovative. Un percorso di crescita che va di passo con quello legato alla sostenibilità dell’ambiente e della natura che ci circonda. Innovazione unita alla tradizione, biodiversità e tecniche di raccolta dell’uva centenarie. È questo l’intreccio perfetto, che ci ha permesso in questi anni di ottenere importanti riconoscimenti e certificazioni biologiche per i nostri vini, oltre al perfezionamento delle strutture ricettive, su cui continuiamo ad investire, per offrire al cliente un servizio sempre nuovo ed eccellente”.

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