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Il caso di Cepi Spa

di Francesco Fravolini

Cepi Spa crede nella ricerca e nella centralità della tecnologia, asset fondamentali per l’espansione di un’impresa se coordinati e guidati da professionisti del settore, che ne seguono gli sviluppi. L’azienda affronta il passaggio generazionale con largo anticipo, attraverso una visione molto chiara e non conflittuale, un cambio nella distribuzione delle responsabilità e una pianificazione di lungo termine. Sandra Ceccarelli, Rappresentante Legale, CFO e Responsabile Pianificazione e Monitoraggio di Cepi, racconta alcune peculiarità di questo family business di Forlì specializzato nella produzione di macchinari.

Cepi Spa è un’azienda con una storia particolare alle spalle. Può raccontare gli episodi più salienti?

Nasce nel 1985 dall’incontro fra un ingegnere e un costruttore e, fin dall’inizio, non è stata solo un’impresa ma una fabbrica di idee, incentrata su tecnologia e innovazione. I quattro soci fondatori condividono radici appennine, creando un forte senso condiviso del legame col territorio che negli anni si è radicato nella cultura aziendale. Il profondo senso di appartenenza dei dipendenti rende Cepi più forte sia come azienda sia come squadra. È frutto di un esplicito obiettivo di fidelizzarci reciprocamente e dei valori che hanno sotteso le nostre scelte fin dall’inizio. Tutto ciò deriva dalla particolare storia di chi ha fondato Cepi con le loro radici contadine e un passato di emigrazione alle spalle. La loro esperienza di lavoro nei mercati esteri ha consentito di guardare all’Europa, con Italia e Francia come primi mercati di riferimento di pari importanza. Cepi ha creato un modello relazionale che guarda oltre ai confini nazionali e che vuole creare rapporti di collaborazione e crescita reciproca. Negli anni, grazie a questo approccio, abbiamo costruito una salda rete di partner commerciali con gli innumerevoli collaboratori che abbiamo coltivato nei cinque continenti.

Il giovane discendente nella crescita del family business in che modo influenza la produzione e gli investimenti dell’azienda?

La trasmissione delle responsabilità è avvenuta in modo molto fluido, favorendo un’atmosfera di fiducia reciproca e democraticità del processo decisionale. Come è inevitabile, le prospettive di due generazioni diverse non sono sempre allineate: la seconda generazione tende a spingere di più al cambiamento, a fronte di nuovi modi di lavorare e trasformazioni nel mondo e nei mercati. Il processo decisionale, però, è molto naturale e senza dinamiche gerarchiche, chi è responsabile di una funzione non viene scavalcato. Questo a seguito di una scelta di trasferire le responsabilità e della fiducia accordata a seguito di una lunga esperienza lavorativa condivisa. Con alle spalle una presenza in CDA di 15 anni, non ci si sente subordinati ma eguali nell’esercitare la propria autorità.

Sandra Ceccarelli - Cepi Spa

Quali sono le criticità e le opportunità superate dall’azienda?

Il Covid-19 rappresenta la più grande sfida con cui Cepi ha dovuto confrontarsi e il sistema ha retto, superando la criticità nel modo migliore possibile, grazie soprattutto all’autentica coesione interna e alla fiducia accordataci. Al di là dei necessari adattamenti nelle modalità di lavorare, non abbiamo ridotto nessuno degli investimenti avviati: in assunzioni e formazione, quelli legati alla produzione, e in particolar modo quelli relativi a welfare e sostenibilità, che ci hanno resi più credibili con i dipendenti. Lo sforzo legato al nuovo stabilimento, specialmente sotto la pandemia, è stato epocale: costruzione, trasloco e trasferimento della produzione sono tutti avvenuti senza ritardi fra il 2020 e il 2021.

Che ruolo svolge la tecnologia?

La primarietà della tecnologia è stata e rimane il perno del nostro lavoro, intorno a cui si strutturano tutti gli altri aspetti. I nostri impianti hanno un grado altissimo di personalizzazione rispetto alle necessità dei singoli clienti, scelta che si è tradotta in uno sviluppo tecnologico ben oltre la media del settore. Facciamo inoltre ricerca costante su tutto quello che riguarda i nostri processi produttivi: dall’organizzazione degli spazi fino all’ottimizzazione delle operazioni grazie allo sviluppo di tecnologie ad hoc. Il nuovo capannone è stato realizzato dopo uno studio dei flussi produttivi in collaborazione con l’Università di Bologna; nella sicurezza del lavoro siamo sempre attivi per attuare miglioramenti e fornire aggiornamenti nella formazione.

I problemi affrontati durante la riorganizzazione relativa al passaggio generazionale?

Se parliamo strettamente di passaggio di consegne e riordino dei ruoli, si è trattato di un processo ben preparato, consapevole e relativamente indolore. Più che di problemi vorremmo parlare di sfide che derivano dal cambiamento del modo di lavorare, quindi delle differenze nella visione organica. La nuova generazione sposa un modello più decentrato, appoggiandosi maggiormente ad altre figure per svolgere funzioni che precedentemente potevano essere concentrate in un’unica persona (anche viste le dimensioni più ridotte dei nostri inizi). Decentrare favorisce un maggiore controllo sui singoli processi, più precisione e più pluralità nel processo decisionale. Ci siamo accorti, però, che ci sono altri fattori da tenere sott’occhio, come un certo grado di deresponsabilizzazione quando non si implementano chiare procedure decisionali e molto dispendio di energie. Questa è l’altra grande sfida che stiamo affrontando: la standardizzazione e riorganizzazione di tutti i processi in un modo più strutturato intorno a ruoli e mansioni ben distinte. Vogliamo conciliare i due modelli piuttosto che abbandonare completamente quello precedente, perché la flessibilità è una nostra grande forza ma la complessità di oggi ci chiede più struttura.

Quanta storia dell’azienda vuole valorizzare a beneficio delle sfide del XXI secolo?

La continuità storica in Cepi è anche valoriale. Non abbiamo mai sacrificato i nostri valori fondanti, che riteniamo cruciali per superare questo momento storico e che ruotano intorno al principio della restituzione, ovvero l’idea che le persone con cui lavoriamo devono trarre vantaggio da ciò che facciamo. Le 5P del nostro codice etico (una declinazione in chiave Cepi delle 5P dell’Agenda 2030, ovvero persone, pianeta, relazioni, prosperità e pace) rappresentano valori che da sempre si sono tradotti in scelte concrete in ambito di welfare, cura, sicurezza e formazione per i nostri dipendenti e per il territorio.

Cepi Spa panoramica aziendale
Cepi Spa

Il ruolo di Cepi Spa nel manifatturiero italiano?

Siamo leader in Italia nel nostro settore. Cerchiamo quando possibile di lavorare con fornitori locali e abbiamo sempre puntato a produrre tutto internamente, senza delocalizzare. Investiamo non solo in macchinari ma anche nell’internalizzazione delle competenze: tutte le fasi del progetto sono gestite internamente, dall’analisi di processo e prodotto fino alla progettazione meccanica ed elettronica, produzione, installazione, avviamento e tutta l’assistenza post-vendita.

Il core business dell’azienda come si sviluppa?

Cepi progetta, realizza e installa impianti di stoccaggio, trasporto e il dosaggio delle materie prime, con automazione integrata e tecnologie per completare tutti i processi produttivi. Crediamo fermamente che non sia il cliente a doversi adattare ai nostri impianti, ma che sia il nostro impianto a dover essere personalizzato per rispondere alle sue specificità. Lavoriamo principalmente con tutti i mercati dell’industria alimentare e abbiamo costruito impianti per le aziende più importanti del settore a livello globale.

Gli asset di Cepi Spa su cui intende puntare nel futuro?

Stiamo pianificando un ulteriore aumento della capacità produttiva con una diversificazione delle nostre tecnologie, senza dimenticare un investimento in persone e formazione. Il tema della formazione ci è particolarmente caro: non solo abbiamo da sempre collaborato con gli enti erogatori, ma spesso abbiamo costruito percorsi formativi ad hoc per rispondere a esigenze lasciate scoperte dai mercati.

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